La rivista inglese Sherlock esce col primo numero del 2004 (n. 59) con un po’ di ritardo sulla tabella di marcia. Negli ultimi tempi ci ha abituato a costanti sorprese. Prima è cambiato l’editore, poi la qualità della carta… ricambiata nuovamente proprio col 59… L’unica cosa che rimaneva immutata era l’impostazione grafica. Naturale quindi aspettarsi delle modifiche anche qui, che puntualmente sono arrivate con questo nuovo numero. Diciamo subito che la nuova grafica non ci piace: il progetto grafico è un accozzaglia di stili e non riesce a dare la giusta identità alla testata. Speriamo migliori coi prossimi numeri… E’ stato scelto un font più piccolo del precedente e più moderno (ma anche più difficile da leggere), e l’impaginazione di racconti e articoli entrambi su due colonne (prima gli articoli erano su tre, dando più movimento alla rivista). In realtà gli articoli passano da un’impaginazione a due colonne a pagine dove l’articolo si suddivide improvvisamente in due colonne più piccole, mantenendo lo spazio per l’eventuale terza colonna a disposizione delle illustrazioni. Diversi pezzi sono scritti su sfondo grigio; probabilmente fosse stampata a colori otterremmo un risalto migliore, ma così non ci sembra nulla di buone. Infine segnaliamo un errore davvero vistoso: nella rubrica di Roger Johnson è stato ripubblicato il contenuto delle pagine 50 e 51 del numero precedente. A parte questo lato negativo i contenuti sono sempre interessanti e questa volta si soffermano in particolare sul telefilm CSI, la signora Hudson da un punto di vista cinematografico e, sempre in questo ambito, il profilo di Marlowe. Il racconto di questo numero è un vero apocrifo sherlockiano scritto da June Thomson e intitolato The Case of the Conk-Singleton Forgery, ambientato sei anni dopo il ritorno di Holmes dagli eventi accaduti alle cascate di Reichenbach. La rivista Sherlock si può trovare a Londra nel negozio di fronte al museo di Sherlock Holmes di Baker Street, oppure scrivendo a subs@scherlockholmes.com.