— fonte di ispirazione per molti scrittori di romanzi polizieschi — e quello di Sherlock Holmes. Quest’ultimo, opera del medico Conan Doyle, plasmato da un ottimismo tipico della categoria, pronto a elevare l’indagine criminale al livello scientifico della medicina. Il delitto, in quest’ottica, viene considerato come una malattia che il detective deve estirpare dal corpo sociale. Un approccio, questo di Conan Doyle, che invece distanzia caratterialmente il suo segugio da Dupin, appassionato al contrario di poesie e matematica (come lo stesso Poe) e, soprattutto, sostanzialmente pessimista. Il filo conduttore tra autori e personaggi tipici della detective story è fatto da una lunga catena di intrecci. Così, come Dupin si ispirava a Vidoq, Holmes a Dupin, ecco un altro grande detective nascere ispirandosi a Holmes. Stiamo parlando di Hercule Poirot. La Christie era un’ammiratrice del detective inglese, ma si rendeva conto della necessità di creare un personaggio che non rientrasse negli schemi di Sherlock Holmes. All’epoca, nel giallo inglese, esisteva tutta una varietà di detective, dal superscientifico dottor Thorndyke al cieco Max Corrados, dotato di un olfatto tale da permettergli di riconoscere l’odore della colla che assicurava un paio di baffi falsi. L’autrice doveva però trovare qualcosa di diverso e puntò la sua idea pensando ad una colonia di belgi emigrati nel Devon all’inizio della guerra. Il suo uomo poteva benissimo essere un funzionario della polizia belga in pensione. Un personaggio ordinato, inappuntabile, meticoloso… e con un pizzico di assurdità. Così come Jeremy Brett ha avuto modo di ritrarre Holmes in televisione in modo delizioso, anche David Suchet è stato per la tv un grande Poirot, forse il migliore. La Christie, fin dal 1915, era convinta che “un buon giallo sta nel fatto che il colpevole deve essere ovvio, ma, al tempo stesso, per qualche ragione, si scopre che non era poi così ovvio, anzi non poteva certo essere stato lui”. Assistente in un dispensario d’ospedale la madre di Poirot si trovava circondata da veleni e non fu certo un caso se il suo primo romanzo Poirot a Styles Court tratta di avvelenamento. Un po’ come accadde a Conan Doyle con Holmes, anche Agatha Christie non poteva soffrire molto la sua creatura letteraria. Certamente preferiva Miss Marple, altro grande personaggio che meriterà spazio in questa rubrica. Purtroppo la pressione dei lettori, attraverso migliaia di lettere, faceva sì che non potesse liberarsi di lui. Ci sarà modo di divertirsi parecchio quando parleremo dei personaggi di Agatha Christie su queste pagine...