Le Olimpiadi di scacchi che si sono svolte quest’anno a Torino hanno offerto uno spettacolo entusiasmante per il numero di paesi coinvolti e l’eccezionale forza dei contendenti. Maschi e femmine. Tutti carini e sorridenti, gentili ed amabili prima della stretta di mano che segna l’inizio della partita. Poi tutti incarogniti davanti alla scacchiera per cercare di vincere, di “fare fuori” letteralmente l’avversario. Sì, perché questo “nobil giuoco” ha in definitiva ben poco di nobile. Solo l’aggettivo che fa da paravento ad un istinto di sopraffazione primordiale. Gli scacchi sono lotta, diceva il secondo campione del mondo Emanuel Lasker. Lotta dura, senza tregua e senza scampo. Per vincere occorre “mattare” il Re, colpirlo, distruggerlo. Anche se molte partite terminano prima per non assistere a questo traumatico evento. Il Re, in definitiva, rappresenta il nemico che ti sta di fronte e ti vuole a sua volta morto e sepolto. E non solo in senso figurato. Qualcuno dirà che sto esagerando. E’ vero, ma mica tanto. Si

Poirot e i quattro

Secondo episodio inedito della tredicesima stagione dedicata al celebre personaggio di Agatha Christie

Lucius Etruscus, 25/01/2014

Sherlock Holmes e gli scacchi

Breve storia del personaggio, molto legato al “nobil gioco”, che il suo autore non volle mai alla scacchiera

Lucius Etruscus, 17/07/2013

Scacco al re

Domani, in prima serata, torna l'investigatore di Rex Stout

Luigi Pachì, 2/05/2012