La collina dei corvi di Francesco Mazzardo edito da Mursia nel 2006 è il classico Malloppone di quasi 600 (seicento!) pagine (direi un Supermalloppone) che sto combattendo con ogni mezzo. Dunque non ne dovrei parlare. O meglio non lo avrei nemmeno dovuto leggere. O meglio ancora non lo avrei nemmeno dovuto toccare. Eppure…Galeotta è stata la copertina. Sì, proprio la copertina con al centro la luna di notte, un corvo nero e sul lato destro un Alfiere e una Regina bianca degli scacchi. E ormai sapete che questi sono per me una terribile attrattiva. Non ce l’ho fatta. Ho letto

la presentazione. Un thriller con gli scacchi. Ho girato e rigirato il libro fra le mani, ho chiuso gli occhi, ho tirato un sospirone e l’ho acquistato.

C’è un serial killer che alla fine di ogni mese uccide lasciando sulla scena del crimine un

pezzo degli scacchi e una carta da gioco con un messaggio da decifrare. Ma come uccide? Si parte dalla terza vittima che ha le braccia legate ai polsi da una fune annodata al ramo più basso di un abete di Washington Park e le vene tagliate nella zona mediale degli avambracci. Inoltre, come per le prime due vittime, le sono state asportate le labbra. Tra i denti una carta plastificata. Sulla faccia anteriore un Re nero, sul lato opposto un messaggio:”Tornerò”.

Chi indaga su questi efferati delitti è Jack Sonny Mason, sergente della squadra omicidi di Willoughby. Un pezzo di fusto che sembra uscito da un corso di sopravvivenza dei marines. Quadrato dalla testa ai piedi con occhi che “penetravano a fondo e non smettevano di scavare fino a quando non avevano raggiunto l’anima”. Carattere duro e intransigente. Brusco e risoluto nei modi ma dal cuore tenero. Fuma il sigaro e beve il giusto come molti eroi dei romanzi gialli.

Abbiamo poi una storia laterale con un ragazzino di nome Will condannato per avere spaccato una vetrina che entra a far parte della banda degli Snipers. Conosce un uomo Miguel Castaneda che gli insegna a giocare a scacchi.

La terza vittima è la studentessa Jennifer Kenseley sgozzata con una lama molto affilata e ancora con le labbra strappate via. Nella mano destra una torre d’alabastro grigio e nell’altra un bigliettino con la scritta “Sono tornato”. Tra i denti un messaggio enigmatico in cui figura Aagard il nome di un Grande Maestro di scacchi danese. Mason, mentre segue la pista di Jennifer, incontra l’assassino che potrebbe ucciderlo ma non lo fa e poco dopo addirittura gli telefona per una specie di indovinello sulla prossima vittima. Che risulterà essere Joshua Meyers, omosessuale detto Bocca di Rosa, un informatore della polizia ucciso per strangolamento con lingua recisa e occhi portati via. Un passo toccante “Per la prima volta da anni, Mason provò pietà per quell’uomo, per il suo modo di parlare, per il viso che i clienti godevano nel gonfiare di botte mettendo a tacere il loro senso di colpa, per il mascara che gli colava giù dagli occhi quando piangeva, per l’allegria che trasmetteva agli altri e la speranza mai abbandonata di trovare un briciolo di felicità in un mondo spesso crudele con quelli come lui. Provò pietà il duro sbirro di Chicago, per tutto ciò che quell’uomo avrebbe potuto essere e non sarebbe mai stato”. Questi delitti richiamano alla mente quelli di tre anni prima fatti dal Re Nero così chiamato perché lasciava sulla scena del crimine una carta plastificata raffigurante un re nero degli scacchi. Seguono altri omicidi, una sfida a scacchi tra Will e il fantomatico serial killer, una lotta disperata tra un altro killer assoldato dai genitori di una vittima e il solito Re Nero, un flash back sul passato, l’uccisione di quello che si crede essere l’ideatore e l’autore di tutti gli efferati omicidi, la rivelazione finale. Il tutto infiocchettato di rimandi e citazioni a thriller di successo, a grandi campioni di scacchi come Fischer e Capablanca e a splendide opere di compositori come Bach e Mozart che sembrano in qualche modo essere in sintonia con la perversa psiche del serial killer. Che dire? Troppa roba. Troppa carne al fuoco. Il solito, esagerato esibizionismo egocentrico dei Mallopponi.

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it