Tutti i fan di Sherlock Holmes hanno visto, criticato o ammirato i vari tentativi di alcuni registi di mettere sulla scena un inedito Holmes. C’è chi ci è riuscito bene, come nel caso di Young Sherlock Holmes (Piramide di paura) di Barry Levinson, prodotto da Stephen Spielberg. E per certi versi ci ha divertito molto anche Without a Clue (Senza indizio) di Thom Eberhard con il brillante Michael Caine nei panni di un Holmes racconta frottole e di un geniale Ben Kingley nel ruolo di Watson. Le parti erano invertite: Holmes, semplice creazione del geniale Watson era un attore prezzolato affinché facesse “un po’ lo stupido” fingendosi il grande investigatore che non era. Del resto il sottotitolo del film la diceva lunga: “incontrerete il più grande investigatore del mondo... e Sherlock Holmes!”

Molte critiche sono invece piovute per Sherlock: A Case of Evil. Holmes interpretato dall’attore inglese James D'Arcy è un giovane investigatore, completamente perso nelle sue passioni. Alcuni qui già storceranno il naso visto che è esattamente l’opposto del personaggio creato da Conan Doyle, che solo occasionalmente in tutto il canone ha mostrato interesse vivo per qualcosa che non fosse legata alle indagini. Il film comincia con Holmes che uccide Moriarty, uno straordinario Vincent d'Onofrio, e va avanti con le celebrazioni che gli inglesi tributano a Holmes per aver tolto di mezzo tale criminale. Anche qui ci dobbiamo fermare un attimo: facendo riferimento a Conan Doyle, praticamente nessuno era al corrente del ruolo di Moriarty come “Napoleon of Crime”. Ma nel film tutto sembra una scusa per accusare Moriarty come il responsabile dell’ invenzione dell’eroina. Ciò spiegherebbe il malcelato rancore di Sherlock verso il Napoleone del crimine, colpevole di avere indotto suo fratello Mycroft, interpretato da un ottimo Richard Grant, a far uso di sostanze stupefacenti.

Sherlock: Case of Evil è un film prodotto per la televisione inglese e americana nel 2002 dalla Miramax Film, e chissà se mai arriverà in Italia. Il suo merito è di aver reinventato un passato (così come recita il sottotitolo del film: Everyone has a past. Even Sherlock Holmes) all’investigatore più celebre della terra e avergli dato connotazioni umane e passionali. Tra l’altro il bel volto di James D’Arcy non stona affatto. Primo perchè in Inghilterra D’Arcy ha interpretato molte volte Holmes a teatro e con grande successo; secondo perchè ha partecipato sia al nuovo “Marple” della BBC con Geraldine MacEwan, che agli episodi del 2006 di “Poirot” della Granada. Non un novellino, insomma. Da vedere... con occhio critico!