Il  10 e 12 maggio 2007  a  Vittoria (Ragusa) si è svolto il Convegno Nazionale sulla Letteratura Poliziesca Sherlock Holmes al Sud Italia, organizzato e coordinato da Valentina Catania,  devota al Detective di Baker Street sin dai tempi in cui era tesista all’Università degli Studi di Catania.

L’evento è stato degnamente presentato e promosso il 9 maggio alla Sala degli Specchi di Palazzo Iacono, sede del Municipio del Comune di Vittoria, con una Conferenza Stampa presieduta dal Sindaco, Avv. Giuseppe Nicosia, dall’Assessore alla Cultura, Dott.ssa Vittoria Lombardo, e naturalmente dall’organizzatrice.

Il Convegno è stato pensato e realizzato in 3 parti:

Sezione propedeutica: Rassegna Cinematografica  su SH  alias Jeremy Brett 

Sala Mandarà: “Il segno dei quattro” e “Il mastino dei  Baskervilles”  della Malavasi Editore.

Sezione centrale Teatro “Vittoria Colonna”: : Convegno con interventi video-illustrati dei Relatori Prof. Franco Eugeni, Dott. Enrico Solito, Giornalista Sabina Marchesi.

In apertura un’importante video-intervista al Prof. Giulio Giorello

 realizzata al Politecnico di Milano dai Proff. Eugeni e Raffaele Mascella.

Sezione illustrativa:  Mostra “Indagini d’artista” (protrattasi fino al 20 maggio).

Palazzo Rizza     

Il Convegno è stato molto partecipato o, riprendendo il commento del relatore Enrico Solito: "E’ stato un successone ! Erano tutti attentissimi". Più di 150 i presenti.

L’atmosfera che si respirava era da evento culturale “da grande città”.

Ne è scaturita una compenetrazione di codici per l’esposizione e la trattazione della tematica giallistica: il codice cinematografico, la parola in sé, il cinema nel Teatro (come luogo dell’evento),  la conferenza video-illustrata, la pittura, la video-installazione, la fotografia. In altre parole: il messaggio Sherlock Holmes è stato veicolato o, se vogliamo, presentato nelle più svariate sfumature.

Ed esso è stato recepito e  fruito ampiamente dall’audience.

 

Facendo combaciare quanto appena detto, entrando nei particolari, mi riferisco precisamente e rispettivamente: alla Rassegna Cinematografica del 10 maggio, alle Conferenze di

- E. Solito      (Il mondo di SH),

- F. Eugeni     (Letteratura Popolare ed apocrifi holmesiani ),

- S. Marchesi (Giallo e Noir alla base dello Stivale. I paradigmi del Giallo e le sorprendenti vie del Noir tra nuovi e vecchi scrittori del Sud ),

Alla Mostra dal titolo Indagini d’artista  che ha arricchito ulteriormente l’evento 27 opere tra oli, opere fotografiche, video-installazioni.

Circa  la Mostra sembra interessante porre l’accento sull’esperimento condotto su 10 artisti locali;

proposta la tematica, essi si sono sentiti inizialmente un po’ smarriti. La persona che si è sentita da subito coinvolta è stata lo sponsor, un mercante d’arte di Vittoria (il sig. G. Bosco e il suo Atelier “ARTEVIVA”); egli ha creduto nell’iniziativa insistendo anche sulla necessità di pubblicare un catalogo cartaceo, un’antologia che racchiudesse le opere esposte, da lui gentilmente offerto che reca, appunto, la denominazione dell’ exhibition show a tema.

I 10 artisti:

 

-     Giuseppe Del Buono

-         Franco Iacono

-         Angelo Incardona                                                            

-         Rodolfo La Torre

-         Stefano Licata

-         Tamara Marino

-          Michele Nigro

-         Angelo Rizza

-         Daniela Schifano

-         Francesco Vizzini

hanno dato una personale rilettura delle sensazioni suscitate dal genere Poliziesco.  

 

Il Giallo ha stimolato a produrre su tela anche chi si definiva un “non appassionato”. Per la rappresentazione descrittiva e tematica, ho dichiarato  Manifesto di questo Convegno “Orme” di Angelo Incardona.

Nella rosa delle 27 opere, troviamo tutta la simbologia e la semiotica attorno al Poliziesco:

la pipa del grande detective, la sua lente d’ingrandimento, orme, sangue, impronte digitali,

le sensazioni che un delitto o una storia poliziesca produce:

senso di mistero ed enigma, smarrimento, senso di smembramento, angoscia, sospensione, atmosfera mistery ma nessuno ha rappresentato un’effigie di Sherlock Holmes…

Troviamo...

l’atmosfera mistery tout court nelle 4 opere di Stefano Licata, nella signora in“Giallo” di Incardona, la sospensione in Iacono, Rizza, Vizzini, Del Buono, nell’anima che vola via dopo l’assassinio  nell’originale e camilleristico “Cu fù?”[1] di La Torre e ancora nei contorni sfumati delle altre 2 opere di quest’ultimo “La bestia interiore” e “Il giornale del giorno prima”.

un senso di angoscia nell’opera video-tela di Daniela Schifano e in “Giallo sul giallo”, metapittura di Incardona.

smarrimento nella raffinata triade di Iacono.

un senso di smembramento afferente alla simbologia delle opere di Tamara Marino nei suoi “Segreti”e “Omertà”e nell’ “Occhio contemporaneo che guarda il 19°secolo”, visione spaziale della scenografo Vizzini.

infine  possiamo ritrovare un generale senso di mistero ed enigma

ancora nelle 4 opere della Marino, nel nero di Nigro e nell’accattivante e conturbante “Personalità” di Del Buono.   

In 6  di loro, l’idea di ognuno sulla Letteratura Criminosa ha fatto scaturire una sovrapposizione tematica: il Gioco sul Giallo.

 

L’anagramma e il rebus in Licata, il gioco degli specchi e il rovescio in Rizza, la prestidigitazione, il gioco delle carte e la maschera in Del Buono,

le carte siciliane e il gioco delle ombre in  La Torre, il puzzle in Daniela Schifano, il rebus simbolico anche in “Omertà”e “Segreti”di Tamara Marino.

 

Interessante, a detta anche della relatrice Sabina Marchesi (sguinzagliata per l'occasione grazie all'editor di Sherlock Magazine Luigi Pachì), l’esperimento inconsapevole del dittico speculare del pittore Angelo Rizza: pensata una brevissima vicenda poliziesca, ne ha tirato fuori una trasposizione non narrativa ma pittorica; in altre parole, Rizza ha scritto un mini giallo servendosi del codice pittorico. Imperniando tutto sul dubbio, si è comportato come se avesse avuto in mano una clessidra e cioé rovesciando le domande del lettore dell’opera che (gli) ho battezzato “Dittico rovesciato”.     

Quindi i 10 artisti hanno avuto uno sguardo proprio sul Poliziesco. E’ da notare, invece, come noi sherlockiani ci rapportiamo a Sherlock Holmes.

Lo guardiamo, in qualche modo, “da subordinati”.  Quando scriviamo delle storie, degli apocrifi, spesso ci “immettiamo”nell’intreccio impersonando, ad esempio, personaggi amici dell’investigatore; noi avremmo sicuramente operato in senso opposto: sarebbe stato il detective a guardarci attraverso la sua lente d’ingrandimento.

Forse per questo Holmes è considerato un Mito dal 1887.