Questo mito di due avvelenatori, e più precisamente di Thomas Griffiths Wainerwright e William Palmer, vissuti nell’Ottocento, mi ha proprio intrigato. Così come intrigarono i lettori, a suo tempo, Charles Dickens, Oscar Wilde e altri aficionados delle loro gesta che scrissero romanzi sulla falsariga delle loro azioni (praticamente facevano fuori con il veleno quelli che avevano coperto con assicurazioni…) e discettarono più o meno filosoficamente su di esse. Un grazie a Maurizio Ascari che ci ha scritto sopra un bell’articolo.

Luca Albrizio tira poi le conclusioni su Basil Rathbone, praticamente l’interprete più apprezzato di Sherlock Holmes sul grande schermo. Da non perdere le schede tecniche dei film.

Ho conosciuto Elena Vesnaver attraverso diverse letture ed ho potuto godere anche del suo racconto Il matto di Blackburne per l’antologia Giallo Scacchi- Racconti di sangue e di mistero, curata da Mario Leoncini e dal sottoscritto per le edizioni Ediscere di Verona 2008 (edizioniediscere@libero.it  e passatemi questa citazione personale). Una scrittrice coi fiocchi. Creativa e sensibile. Come dimostra ancora una volta in Il caso dell’unicorno nero che ha vinto lo Sherlock Magazine Award 2007. Un nuovo caso, appunto, della coppia Sherlock-Watson alle prese con un morto ucciso scaraventato fuori dalla porta di una carrozza. Sul polso destro (se ben ricordo) il disegno di un unicorno nero. Poi l’arrivo di un rozzo disegno sempre di un unicorno nero ed una insegna di una locanda con questo nome. “Ma guarda” dice più volte il nostro Holmes e quando dice così è segno che la cosa si fa interessante. Un piccolo gioiello della Vesnaver.

Più complesso e più lungo L’avventura del licantropo di Stefano Attiani. Dall’ispettore di polizia di Balweary in Scozia Daniel Ferson arriva una lettera preoccupata all’Investigatore per antonomasia. Forse lo prenderà per pazzo ma è alle prese con un licantropo. Due persone uccise, due ferite e una grande paura in tutto il paese. Urge suo intervento. E l’intervento giunge sotto falso nome per non destare sospetti. Un’unghia posticcia molto spessa simile a quella di un plantigrado, un tipo che soffre di una strana malattia mentale, una ferita mortale probabilmente inferta con uno stiletto, cavie sospette come furetti, donnole, volpi e altri carnivori, stivali macchiati di sangue e insomma tutta una sfilza di particolari che non possono sfuggire a Holmes…

Non manca l’Osservatorio sherlockiano di Luigi Pachì con alcune ghiotte notizie come quella

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