Ora abbiamo anche il post- noir, o post noir, o postnoir. Ancora non si sono messi d’accordo sulla scelta del nome, ma il parto è già avvenuto. Il nome preciso verrà dopo. Padre Raul Montanari, madre Grazia Verasani. Qualcuno ci infila pure Biondillo per stare alla pari coi tempi che corrono ma sono solo voci. Quello che conta è la nascita della nuova etichetta che si aggiunge alle altre che già ci sono. Vogliamo ricordarle? Tanto per fare un ripasso: giallo classico, hard boiled, noir, poliziesco, giallo psicologico, giallo storico, medical thriller, legal thriller, action thriller, serial killer eccetera eccetera. E dunque se ne sentiva proprio la mancanza.

Il nostro Montanari, peraltro scrittore garbato e fine dicitore senza ombra di ironia, ritiene che ormai ci siano autori che, partiti dal noir, stiano esplorando altre nuove soluzioni, dando ampio spazio ai personaggi e alla loro introspezione “senza mai dimenticare la lezione della suspense” con la quale, che lo si voglia o meno, si può raccontare meglio qualsiasi storia, anche quella di “una goccia che scivola lungo il muro”. Ed io mi immagino il brivido di tensione che scorre lungo il suddetto muro. 

Il fatto è, mi sembra, che non si sa più cosa inventare in ambito giallistico diventato ormai refugium peccatorum di qualsiasi nobile e ignobile facitor di parole, per cui rimango fermo e incrollabile come torre di dantesca memoria alla mia fulgida idea dell’anno sabbatico durante lo quale, per usar lo stile dell’antico idioma, messi da parte li vili stromenti dello scrivere e impugnati stromenti più adatti alla rozza natura dei sunnominati, quali zappe pale e picconi, se ne andassero per le campagne dell’italico suolo a dar man forte a li villici, o a raccattar sporcizia per le strade, o a pulire lo culo a li bisognosi, o a tirar seghe a li piccioni mentre volano, per la qual cosa occorre occhio acuto e mano lesta assai. Et per ampliare la varietà di scelta, ove si ritenessero troppo miseri e infelici li suddetti lavori, indossati li panni adatti alla bisogna, di mettersi sotto la protezione e le amorevoli cure del duca Marrazzo de’ Marrazzi. 

Terminato adunque l’anno sabbatico, i facitor di parole si getterebbero con rinnovato vigore e slancio creativo a picchiettar sui tasti per ordire trame splendenti di ricca fattura a memoria solenne degli uomini nei secoli dei secoli.

E così sia.