Hannibal Lecter - Le origini del male di Thomas Harris, Mondadori 2010.

Lituania 1944, Hannibal Lecter, otto anni e ottavo della stirpe, assiste allo sterminio della famiglia con l’arrivo dei tedeschi e alla tragica e orribile fine della sorellina Mischa. Liberato dai sovietici si ritrova in un orfanotrofio. Mutismo, ricordi, incubi, ossessioni, il nome della sorellina gridato durante la notte. In seguito va a vivere con lo zio Robert Lecter e la moglie giapponese, Murasaki Shikibu, contessa Lady Musaraki. Hannibal non ricorda i fatti più importanti dopo la tragedia familiare, frequenta il liceo, diventa un fine disegnatore di uccelli in stile giapponese e viene in contatto con il sig. Leet della galleria omonima. Storia di quadri rubati, tra cui un Guardi proveniente dal castello Lecter e fine violenta del macellaio Paul che aveva osato insultare Lady Musaraki. Ad indagare l’ispettore Popil che starà sempre alle calcagna di Hannibal il quale, piano piano riacquisterà la memoria e, novello e più crudele conte di Montecristo, si farà portatore di una tremenda vendetta dopo scontri, spari e colpi di scena. Attrazione per la bella giapponese che se ne torna al suo paese e lui sul treno verso l’America delle “strane, enormi automobili”.

Scrittura ricca di particolari, quasi distaccata e compita nella sua fredda eleganza, andatura lenta come sospesa fino al frenetico finale. Bello ma un po’ sbiadito. Colpa del film?.

 

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