5. Conclusioni: la morte paga doppio?

Per chiudere questo intervento mi permetto di attingere a un romanzo che è un classico e in cui il delitto doveva fruttare non poco agli ideatori dello stesso: La morte paga doppio, di James M. Cain.E storpiando un po’ il titolo di questo romanzo ne faccio una domanda: ha pagato il delitto di Honora Parker?Indubbiamente la parola “delitto” ha un ruolo importante nella vita di Anne Perry, a partire da quello che lei stessa ha commesso, nel 1954, fino ai numerosi romanzi di successo che ha scritto. Romanzi in cui il delitto, l’omicidio, ha un ruolo centrale. Dalla prigione alla fama internazionale, quindi. Un rapporto davvero molto particolare. Saldo in positivo, nel suo caso, oserei dire.

Ha pagato certamente nel caso di Kate Winslet e Melanie Lynskey, alla loro prima prova cinematografica, nel ruolo di Juliet e Pauline, le quali dopo Heavenly Creatures hanno collezionato numerosi successi, tra colossal, Titanic (1997), e serie televisive di primo piano, Two and half man.

Che dire di Pauline Parker? Di lei non sappiamo nulla, anche se alcune fonti suggeriscono la possibilità che si sia fatta suora. Nessuno ha mai indagato veramente (lo stesso Lin Ferguson ha dichiarato di non averci nemmeno provato). Forse anche lei ha trovato la via del successo? Difficile a dirsi. Difficile da credere. Il successo è per pochi, dopotutto. Nel suo caso quindi, ha pagato il delitto? Ha ucciso sua madre, ha fatto cinque anni di prigione, è stata separata per sempre dalla sua amica Juliet e, forse, consuma i suoi anni in qualche convento. Non ha pagato il delitto. Non per Pauline Parker.

Spingendoci ancora più in là con la fantasia avremmo potuto immaginare un finale giallo, addirittura thrilling, per tutta questa vicenda. Così la Parker, comparendo dal nulla, da un passato lontano e avvolto nelle ombre – magari in mancanza delle rivelazioni di Ferguson – avrebbe potuto sfruttare l’acquisita notorietà della sua amica e, chissà, magari ricattarla. Ma è un passo troppo ardito. C’è qualcun altro – lo abbiamo detto - che ha scoperto la vera identità di Anne/Juliet e la stessa scrittrice dopotutto non ha mai negato nulla, lasciando così sfumare la possibilità di regalare a questa storia ulteriore vitalità. No, non c’è nessuna porta aperta che permetta all’introversa Pauline Parker di riprendersi un ruolo attivo nella vita di Juliet Hulme. Lasciamola perciò alla sua vita, chissà dove, chissà come.

Non c’è una risposta valida per tutti, quindi.

Quante volte ha pagato la morte di Honora Parker? Impossibile dirlo. Ci sarebbe comunque da augurarsi che un delitto non debba pagare mai, perché mai un delitto andrebbe commesso.

Ma queste sono fantasie buone per il quarto mondo di ogni semplice sognatore, non adatte alla realtà di tutti i giorni, che sia quella del 1954 o l’attuale. Magari un giorno, leggendo uno dei romanzi di Anne Perry, troveremo qualche risposta in più, qualche indizio che aiuti a comprendere meglio il folle dolore di due ragazze di sedici anni. Due ragazze che hanno trovato una sola via per risolvere i loro problemi: il delitto.