E’ considerato uno dei migliori scrittori di gialli dei paesi nordici l’islandese Arnaldur Indriðason.

I suoi romanzi sono pubblicati da Guanda Editore e in questi giorni troviamo in libreria Le abitudini delle volpi (Furðustrandir, 2010). Questo romanzo fa parte della serie dedicata al commissario Erlendur Sveinsson.

Il commissario è un poliziotto dai modi spicci, quasi un duro, sembra insensibile alle vicende degli altri, ma poi si scopre che non è così. Molto ben delineate sono anche le figure dei suoi collaboratori cosicchè l'autore, nei suoi romanzi riesce a dar modo al lettore di scoprire le virtù e i “vizi” della società islandese.

Questa volta il commissario dovrà affrontare i fantasmi del suo passato, e farà così emergere la sua affascinante e complessa personalità.

Il commissario ha preso ferie, vuole tornare nei luoghi della sua infanzia e vuole indagare dentro se stesso, rivivere per dimenticare quel dramma che lo ha colpito quando era adolescente e cioè la scomparsa di Bergur, suo fratello minore inghiottito dalla neve durante una tremenda tempesta.

Ma c'è anche un altro caso di cui si vuole occupare, un fatto che in quei luoghi è diventato leggenda. Si tratta della sparizione di una donna avvenuta nel 1942 quando, quasi nel contempo, scomparve anche un intero drappello di soldati britannici.

Ma nella zona molti vorrebbero, forse per un senso di colpa, che di quei fatti non se ne parlasse più.

un brano:

"Erlendur non ricordava nessuno in particolare delle persone coinvolte nelle ricerche. Aveva ripreso conoscenza mentre i soccorritori si precipitavano a valle lungo la brughiera, un di loro lo teneva in braccio, era freddo come un ghiacciolo... Poi era svenuto di nuovo e non aveva più capito nulla, finché non si era ritrovato avvolto nelle coperte del proprio letto con il medico accanto. Aveva sentito voci sconosciute in casa e si era reso conto che era successo qualcosa d terribile, ma sulle prime non era riuscito a ricordare cosa. Poi si era ripreso. Sua madre lo aveva stretto a sé e gli aveva detto che suo padre era vivo, che era riuscito a tornare a casa anche se in pessime condizioni. Che stavano ancora cercando suo fratello, ma erano certi che l’avrebbero trovato. Gli aveva chiesto se per caso poteva essere d’aiuto, dare qualche indicazione agli uomini delle ricerche. Aveva detto di non ricordare nulla, se non la bufera bianca che ululava e che lo aveva frustato e riempito d colpi finché non era più riuscito ad alzarsi"

L’autore:

Arnaldur Indriðason è nato nel 1961 a Reykjavik, dove ha sempre vissuto. Si è dedicato alla scrittura, sia di romanzi che di sceneggiature, dopo aver lavorato come giornalista e critico cinematografico per la maggiore testata islandese, il «Morgunblaòiò». Ha iniziato la sua carriera di scrittore nel 1997 pubblicando il primo romanzo della serie dedicata al commissario Sveinsson. Ha vinto numerosi premi, fra i quali Glasnyckeln e Gold Dagger.

Vive a Reykjavík, è sposato e ha tre figli.

Guanda ha pubblicato Sotto la città, La signora in verde, La vo­ce, Un corpo nel lago, Un grande gelo, Un caso archiviato, Un doppio sospetto e Cielo nero.

la “quarta”:

L’ispettore Erlendur è tornato nei luoghi della sua infanzia. Trascorrerà qualche tempo nel piccolo villaggio sulle rive di un fiordo dell’Islanda orientale, deciso ad affrontare una volta per tutte l’ossessione che lo perseguita fin da quando era bambino: la scomparsa del fratello minore Bergur durante una bufera di neve.

Di notte, solo nel rudere abbandonato della sua casa, attende che l’oscurità, il gelo e il vento gli riportino i fantasmi della tragica esperienza che distrusse per sempre la sua famiglia; di giorno, vaga per i boschi e la brughiera alla disperata ricerca di indizi. E proprio qui si imbatte per caso in una vicenda per molti versi simile a quella di Bergur: la sparizione di una giovane donna, in una notte di tormenta, nel gennaio del 1942. Una storia non ancora dimenticata, ma che molti preferirebbero lasciare sepolta sotto decenni di segreti e sensi di colpa. Immerso in un paesaggio aspro, in cui una modernità disordinata e invadente si scontra con una natura ancora capace di sconvolgere, Erlendur si lascia trasportare in un’indagine al confine tra realtà e allucinazione, travolto da un’insaziabile sete di risposte che lo costringerà a scavare ostinatamente dentro ferite mai curate, a riportare in luce antiche suggestioni, a riesumare tormenti inconfessabili.  

Arnaldur Indriðason, Le abitudini delle volpi (Furðustrandir, 2010)

Traduzione Silvia Cosimini

Guanda Editore, collana Narratori della Fenice, pagg. 303, euro 18,00