- C’è una cosa, miss Steele, sulla quale mi vedo costretto ad insistere prima di lasciarvi andare. Certo è questione di formalità, in ogni modo io vi pregherei di lasciarmi ispezionare la vostra camera... sarà affare di pochi minuti.Miss Steele assentì con il capo.- Benissimo - disse volgendosi verso la porta su cui c’era la serratura messa di recente, e traendo di tasca là chiave. - Ecco qui. entrate!Ed aprì l’uscio.L’ispettore entrò e cominciò a guardare intorno. La stanza era in perfetto ordine, in un angolo, riposto con cura, vi era un reggicalze nero, molto ricercato che la diceva lunga sulla falsa intolleranza della donna nei confronti del capitano Dudley.

- Grazie - disse. - Mi dispiace di avervi trattenuta, credo che ora potete andare, miss Steele. Suppongo che non potrete restare qui oggi?

- No. Non posso. Buon giorno.

Era appena arrivata in fondo alla scala, che l’ispettore a bassa voce ed in tono scherzoso disse:

- Non vorrei averla come nemica..

Il dottore si affacciò sul pianerottolo ed indicando la camera del morto, disse:

- Lo farò trasportare alla camera mortuaria. Ho visto tutto quello che c’era da vedere. Avete parlato con la padrona di casa?

- Sì, ma credo che ci scambierò ancora alcune parole.

Scesero le scale e si ritirano con la signora De La Hire in una stanza. Sembrava molto turbata di quanto accaduto, quantunque fosse una di quelle donne che difficilmente si supporrebbe di vedere sconvolte. Sheila Holmes, che aveva seguito i due uomini, cercò di valutarla.

Era una donna magra, con un seno prominente, con uno sguardo inclassificabile, tra il bonario e il rigido, ma, nel complesso, dava l’impressione di una donna dura, di quella durezza che acquistano le donne che per molto tempo hanno dovuto combattere contro la società. In principio ella dichiarò di avere poco o nulla da aggiungere a quanto aveva già detto.

La sera precedente ella era stata in casa ed era andata in letto verso le dieci e mezzo. Circa un quarto d’ora dopo, la villa era stata chiusa e tutti gli inquilini erano rientrati. Il cancello era stato chiuso con la catena come era stato trovato la mattina, prima dell’uscita del signor Reeve.

Nessun estraneo era entrato in villa negli ultimi giorni. L’unica persona uscita, prima che fosse fatta l’orribile scoperta, era stato il signor Reeve. A vederlo era stata la domestica che si era appena alzata e che gli aveva aperto il cancello. Questa era una cosa piuttosto insolita, perché abitualmente egli faceva colazione in casa.

L’ispettore insistette sul signor Reeve e dopo qualche riluttanza la signora De La Hire finì col dichiarare che egli era realmente a corto di soldi. Aveva perduto il suo lavoro, qualche tempo addietro, per una trascuratezza nel suo dovere, e non era affatto di abitudini temperanti.

Invano aveva cercato lavoro su altre linee aeree. Le doveva una considerevole somma di denaro per l’affitto.

Sheila aveva osservato la donna sempre con crescente interesse: ad un tratto, con una certa enfasi ella domandò:

- Quanto tempo è che conoscete il capitano Dudley?

La signora De La Hire esitò e ricambiò l’occhiata scrutatrice di Sheila con uno sguardo sospettoso.

- Oh! - rispose - lo conosco da molto tempo.

- Eravate la sua amante?

Lo sguardo di Sheila era ostinatamente fisso sulla donna.

La signora De La Hire passò il suo sguardo da lei all’ispettore e dall’ispettore a lei: la sua bocca si atteggiò ad una smorfia, poi ella si sedette e si sorresse il capo con le mani.

- Vedo che dovrò dirlo, sebbene sinora abbia tenuto questa cosa gelosamente segreta. Egli è mio cognato!

- Certo, come vi abbiamo fatto osservare, non siete obbligata di parlare ora, ma più informazioni potete darci e molte più probabilità ci rimarranno di scoprire l’assassino di vostro cognato.

- Non importa, sono sicura di quello che dico. Era un uomo diabolico! Ha trattato mia sorella come una schiava e l’ha umiliata in tutti i modi, - aggiunse ella con un lampo di passione che tuttavia subito represse.

- E malgrado ciò lo avete accettato come inquilino nella vostra casa?

- C’è stato un tempo in cui l’ho amato. Si divertiva con me e mia sorella. Ci usava come voleva e ci costringeva ad avere rapporti con lui, - la voce della signora De La Hire ebbe come un’esitazione, poi riprese con decisione, - tutti e tre insieme. Una vera degradazione. E poi, avevo paura di lui. Se non gli si ubbidiva erano giù botte. Egli era solito andare e venire qui quando più gli piaceva e prendeva possesso della villa come se fosse stata sua. Non riuscivo mai ad allontanarlo. Sei mesi fa mia sorella è sparita ed è stata ritrovata morta ad Aberdeen, in un albergo infimo. Dall’indagine è risultato che si era suicidata, ma io sono convinta che ad ucciderla sia stato Dudley. Aurore, mia sorella, non si sarebbe mai tolta la vita. Lo odiavo con tutta me stessa.