In quel momento Ella riapparve. Indossava un abito da sera color fiamma, il collo era adorno di un filo di perle e sul petto spiccava una spilla di smeraldi, che sarebbe valsa una piccola fortuna se le pietre fossero state autentiche.– Non mi sembra molto saggio andarsene in giro con tutta quella roba – commentò Crewe.– Paccottiglia da scena – si giustificò la ragazza con tono noncurante. – Non penserai davvero che mi porti a spasso ventimila sterline. Che cosa vuoi, Billy?

La domanda venne formulata in tono brusco. L’uomo si limitò a ignorarla. – Chi è la vittima innocente? – domandò ed Ella sorrise.

– Un giovanotto del Midlands; suo padre è proprietario di dieci mulini o roba del genere. Sono così ricchi che non sanno neppure che cosa fare di tutti quei soldi. Allora, perché sei venuto, Billy? Quel tale sarà qui a minuti.

Il signor Leicester Crewe estrasse dalla tasca un portadocumenti, da cui tirò fuori un cartoncino delle dimensioni di un biglietto da visita e senza alcuna intestazione. Nel mezzo, stampato con inchiostro rosso, c’era uno strano disegno: la figura di un serpente piumato. Sotto, le seguenti parole:

   

Per non farti dimenticare.

  

– Che cos’è... un indovinello? – domandò Ella aggrottando la fronte. – Sembrerebbe... un serpente piumato...

Il signor Crewe annuì.

– Il primo è arrivato per posta una settimana fa... questo l’ho ricevuto stamattina. L’ho trovato sul ripiano della toilette quando mi sono alzato.

L’attrice lo fissò stupita.

– Be’, allora... si tratta di una pubblicità? – domandò incuriosita.

Leicester Crewe scosse il capo.

Per non farti dimenticare – rilesse. – Secondo me si tratta di una specie di avvertimento... non me l’hai mandato tu per farmi uno scherzo?

– E io che c’entro? – si rabbuiò la ragazza. – Ho altro da fare che perdere tempo con questi scherzi idioti! E cosa vorrà significare poi, “avvertimento”?

Crewe si grattò il mento con aria pensosa.

– Non so... vedendolo mi è preso quasi un colpo...

Ella scoppiò a ridere.

– Ed è per questo che sei venuto? Be’, Billy, adesso togli le tende. Devo incontrarmi con quel tipo...

Ammutolì all’improvviso. Aveva aperto la borsetta alla ricerca di un fazzoletto e Crewe la vide mutar espressione. Quando le dita si ritrassero, stringevano un piccolo cartoncino: la copia esatta di quello che lui aveva in mano.

– Che succede?

La ragazza lo stava fissando con aria sospetta. L’uomo le strappò il cartoncino. C’era la solita raffigurazione del serpente piumato e nessun’altra parola all’infuori della fatidica frase.

– Non c’era quando sono venuta in teatro – affermò stizzita Ella, suonando il campanello.

Arrivò una delle guardarobiere.

– Chi mi ha messo questo nella borsetta? – domandò l’attrice. – Voglio sapere chi è stato, altrimenti stasera o una di voi o tutt’e due vi ritroverete senza lavoro.

La malcapitata protestò la sua innocenza e l’altra, convocata subito dopo, non fu in grado di offrire alcuna risposta.

– Non posso licenziarle perché mi sono utili – commentò Ella quando le ebbe congedate — comunque non è il caso di perdere la calma. Suppongo si tratti della pubblicità di un nuovo film e la settimana prossima vedremo tutta Londra tappezzata di manifesti. Billy, il mio cavaliere mi sta aspettando. – E con un sorriso mondano sparì oltre la porta del camerino.

Cenò al Café de Rheims, uno dei locali più in voga della città. Il noioso giovanotto che l’aveva invitata, avrebbe voluto accompagnarla a casa alle due del mattino. Ma lei aveva uno spiccato istinto d’indipendenza e rifiutò l’offerta. Abitava in una casa non molto grande ma estremamente graziosa a St John’s Wood, 904, Acacia Road, alla quale si accedeva attraverso una porticina nascosta dall’alta siepe del giardino.

La soubrette l’aprì e se la richiuse alle spalle dopo aver congedato l’autista. Alzando gli occhi, capì dalla finestra illuminata che la domestica la stava aspettando...

– Se gridi, ti strozzo!

Le parole le furono bisbigliate in un orecchio e la paura la paralizzò. Da uno dei cespugli che fiancheggiavano il vialetto era emersa una figura scura, alta, grossa e minacciosa.

La giovane non riuscì a scorgerne la faccia, seminascosta da un fazzoletto nero, ma dietro vide una seconda sagoma, e le ginocchia le cedettero.

Aprì la bocca per gridare ma una mano enorme si chiuse sul suo volto.

– Mi hai sentito? Ti strozzo, se fai un solo rumore!

Poi tutto divenne buio. Ella Creed, che così spesso aveva simulato svenimenti, stavolta svenne sul serio per la prima volta in vita sua.

Quando riprese i sensi, si ritrovò addossata alla porta d’ingresso. I due uomini erano scomparsi e con loro la spilla di smeraldi e le perle. Si sarebbe potuto pensare a una semplice rapina se non fosse stato per il cartoncino che si ritrovò appeso al collo, attaccato con un pezzo di spago. Sul cartoncino spiccava il simbolo del serpente piumato.

     

Per acquistare l’eBook, ecco il link:

www.newtoncompton.com/ebook/1193/l%27enigma-del-serpente-piumato