Per capire chi sia Federica Marchetti e quanto abbia lavorato con passione in ogni angolo dell’universo in giallo, basta sfogliare la pagina delle sue collaborazioni nel suo sito Il Gatto Nero.

Per parlare delle sue novità in campo editoriale, SherlockMagazine l’ha incontrata per conoscerla meglio.

          

Prima di tutto iniziamo dalle presentazioni. Chi è Federica Marchetti? Non intendo i dati biografici, ma cosa le fa battere il cuore e muovere la sua penna.

Difficile parlare di sé senza cadere nell’autocelebrazione. Non è facile raccontarsi. Scrivo perché, se mi guardo indietro, ho sempre scritto. È un piacere ma anche una necessità: non potrei mai smettere. Pubblicare è un’altra cosa, è la consapevolezza dei tempi recenti. Tutto è cominciato nel 2000 con Il Gatto Nero, la fanzine sul giallo che è diventata impegno tout court e che mi ha aperto tante porte. Da allora ho allargato confini, conoscenze, idee, obiettivi e non mi sono più fermata. Attualmente, dopo un decennio di militanza come webmaster del sito www.ilgattonero.it e di recensore, ho messo in atto il progetto “fuori tutto... dai cassetti” decidendomi a terminare tutte le idee abbozzate e trasformarle in libri che, grazie ai giusti editori, si stanno realizzando.

Dall’inizio del 2013 ho pubblicato un racconto nell’antologia Sotto il sole di Roma (Robin Edizioni) e i libri A proposito di Jane Austen e L’Agenda del Giallo (edizioni Il Foglio) e La Signora in Giallo. Che fine ha fatto Jessica Fletcher? (Tabula fati edizioni).

Recentemente ho consegnato due nuovi progetti ai rispettivi editori e ne ho cominciati altri due che spero di finire entro la fine dell’anno. Finché ci sono le idee e gli editori tutto procede a gonfie vele!

             

Una tesi di laurea su Léo Malet non è qualcosa che si senta spesso: come ti è nata l’idea per questo autore?

Mi laureavo in Lingua e letteratura francese e cercavo un’alternativa a Georges Simenon, immenso ma scontato, così mi sono imbattuta in un giallista, considerato il padre del polar, che aveva iniziato addirittura tra le fila dei miei adorati poeti surrealisti. Fu amore a prima vista: il lavoro è stato arduo, lungo e pieno di insidie ma i risultato finale mi ha ripagata. Léo Malet resta uno dei miei autori preferiti e da allora non l’ho più abbandonato. Chissà che un giorno non lo riprenda in modo più personale! Grazie alla sua Trilogie noire ho incrociato il lavoro di Luigi Bernardi (recentemente scomparso, n.d.r.) che ne aveva pubblicato la traduzione italiana.

           

Da anni gestisci molteplici attività nel campo del giallo - webzine, antologie, convention - come reputi la risposta del pubblico? In un mondo di maghi e vampiri, c’è ancora il caro sano gusto del giallo?

Ormai il mystery la fa da padrone ovunque, libri, TV, cinema, festival. Se guardo al passato mi viene da sorridere, pensando ai tempi della mia laurea quando “giallo” era ancora sinonimo di paraletteratura. Maghi e vampiri passeranno di moda, anche se penso che Dracula di Bram Stoker resti un capolavoro insuperato della letteratura mondiale di tutti i tempi. Negli ultimi dieci anni il pubblico è cambiato e attualmente il “giallo” è il genere che va per la maggiore, talvolta, però, a discapito della qualità.

           

Uno dei tuoi nuovi lavori è addirittura la raccolta di... 365 gialli! Parlaci della tua "Agenda in Giallo".

Un progetto antico, per quanto mi riguarda, che avevo chiuso in un cassetto in attesa di trovare l’editore giusto. Quando finalmente è arrivato è stato un sogno vederlo realizzato! Lì dentro ci ho messo tutta la mia passione per il genere, ma anche la conoscenza e anche tanto divertimento. Finora sono stata fortunata ad incontrare editori intelligenti e coraggiosi che hanno fiducia nelle mie idee e capacità e insieme facciamo un bel lavoro. Così è con Gordiano Lupi del Foglio e con Marco Solfanelli di Tabula fati che, nel corso degli anni, sono diventati anche amici. E spero che, presto, a questa piccola squadra di due se ne aggiunga un terzo con uno dei prossimi libri.