È facile immaginare la critica più scontata, quella di “maschilismo”: cosa rispondi in merito?Permettimi di sbuffare. Qualsiasi accusa di maschilismo la rispedisco cordialmente al mittente. Sex Force per quanto mi riguarda è un prodotto di consumo, di artigianato, con un target composto da uomini adulti, ma flessibilissimo, tanto è vero che anche una ragazza, bravissima oltretutto, ha una sua serie nella collana. Sono state molte le donne che si sono proposte come autrici, e altrettante sono le lettrici, quindi giudico qualsiasi accusa di maschilismo totalmente strumentale, infondata e insensata. Stiamo parlando di letteratura di genere, in fin dei conti: c’è l’eros al femminile, e Sex Force è al maschile. Lasciamo ad ognuno la libertà di svagarsi, di leggere e divertirsi. Il maschilismo è ben altro e non ci riguarda.             

Hai pubblicato tanto in cartaceo che in digitale: per te è uguale o senti delle differenze fra i due formati?

La sola differenza riguarda la diffusione, ma mi rendo conto che una larga fetta di pubblico ti guarda con occhi diversi se hai pubblicato in cartaceo. Della serie: se hai scritto un libro bellissimo in digitale sei un po’ sfigato, invece se hai scritto anche solo una paginetta su carta stampata allora sei degno di considerazione. Per fortuna con la diffusione degli e-reader questa mentalità si sta affievolendo. La gente si sta abituando ad esempio a leggere i giornali on-line e ad avere a che fare con prodotti così detti “multimediali” (termine agghiacciante). Credo possa essere un traino anche per i libri: in fondo il quotidiano è stato una presenza cartacea costante per decenni nelle famiglie e nei bar, e ora sta cambiando pelle. La stessa cosa può accadere con i libri. Comprendo in pieno e subisco anche io il fascino del libro stampato, ma credo che l’editoria digitale vada vista come un ulteriore mezzo, non come un figlio di una divinità minore. Non credo nemmeno che il valore di un lavoro cambi in base al supporto. Ad esempio, per mio piacere personale ho appena comprato anche un’edizione digitale del Conte di Montecristo e mi sento di poter rassicurare tutti: ci sono le stesse identiche parole che potete trovare nell’edizione cartacea, non è diventato un manuale delle Giovani Marmotte!

      

Per finire, cosa potresti dire ad un amante del giallo classico per convincerlo a leggere il tuo Sex Force?

Non mi va di convincerli a leggere, ma di convincerli circa la natura di “entertainment” della collana Sex Force. Potremmo metterla così: anche un appassionato di film drammatici si può concedere un film d’azione, e non credo che chiudano gli occhi quando il protagonista maschile finisce a letto con la bella di turno. Sex Force va forse considerato così, come un film o ancora meglio una serie TV. Sono racconti lunghi, d’azione, eros e intrigo, che si lasciano bere d’un fiato.