Cronaca nera di James Ellroy, Einaudi 2019.

L’ultimo libro che avevo letto dell’autore è Perfidia, Einaudi Stile Libero Big 2015, recensito in due volte, data la sua interminabile lunghezza (quasi 9oo pagine), qui https://www.sherlockmagazine.it/6289/perfidia-i e qui https://www.sherlockmagazine.it/6320/perfidia-ii.

Oggi mi sono buttato su un libriccino di sole 104 pagine. Così, tanto per rilassarmi. Almeno rispetto al precedente. Mica vero. Piccolo ma rognoso. Soprattutto nello stile che volutamente riproduce…

Andiamo per ordine. Si tratta, come dal titolo, di due casi di cronaca nera. Il primo, Career Girls Murders, riguarda il brutale assassinio di due ragazze nel loro appartamento al centro di Manhattam. Due ragazze, Janice ed Emily, di estrazione sociale diversa. Entrambe ritrovate da una loro amica sotto una coperta di lana blu, le caviglie e i polsi legati con un tessuto, l’intestino sparso sull’addome. Insomma stuprate e sbudellate. Una scena raccapricciante. Le indagini, condotte in maniera subdola, superficiale e condizionate dai media che vogliono a tutti i costi un capro espiatorio, portano ad accusare un ragazzo nero. Siamo al 28 agosto 1963 quando  Martin Luther King a Washington pronuncia il suo celebre discorso “I have a dream”.

Il secondo caso, Clash by Night, pone alla ribalta, questa volta a Los Angeles del 1976, l’assassinio dell’attore trentasettenne gay Sal Mineo, famoso per aver recitato nel film Gioventù bruciata con James Dean. Accoltellato in un vicolo di West Hollywood, senza poter individuare in modo sicuro l’autore del delitto. Le indagini si indirizzeranno e soffermeranno a lungo in modo morboso sull’esistenza “particolare” della vittima, sul mondo dei gay e dei drogati. I possibili moventi “Affare di droga andato a male. Debito di droga. Attacco kamikaze dopo una lite tra innamorati. Opera di un fidanzato geloso. Una vendetta dovuta ad un impulso momentaneo. Un bocconcino giovane incazzato perché Sal gli aveva fatto il culo. O il fratello maggiore del bocconcino.” Dando troppo credito a certi testimoni oculari e trascurando altre possibilità.

Un lungo lavoro di ricerca da parte di Ellroy nei verbali dei processi, negli archivi giudiziari, negli articoli dei giornali arricchiti con testimonianze di amici detective. Dicevo, all’inizio, un libriccino piccolo ma rognoso, soprattutto nello stile che volutamente riproduce il linguaggio ossessivo, ignobile e razzista di chi conduce le inchieste.  Un picchiettare, un tamburellare incessante e morboso di battutacce e volgarità. Un continuo volteggiare di salti temporali, che rendono arduo seguirne il percorso, dentro uno stile volutamente secco, grezzo, scollacciato.

Lettura che può lasciare perplessi (diversi lettori l’hanno giudicata negativamente) ma che, proprio attraverso la sua voluta frammentarietà e sgangheratezza, colpisce a fondo come riflessione amara su un mondo bastardo retto da una bastarda giustizia umana.  

Traduzione di Alfredo Colitto che di traduzioni se ne intende.

P.S. Un consiglio agli eventuali lettori. Prima di acquistarlo dategli una scorsa.

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