L’urlo di Margaret Millar, Mondadori 2019.

“Quattro mesi dopo, vennero ritrovate le ossa di Annamay a circa un miglio più in su del torrente, sotto un cumulo di foglie secche coperte da un groviglio di edere velenose. In quel periodo dell’autunno, l’edera del Canada aveva il fogliame rosso ed era molto bella.” Annamay Hyat è una bella bambina di otto anni, ribattezzata “la principessa” che gioca spesso con le sue amiche, tra cui la cugina Dru, in un palazzo in miniatura costruitole da un architetto. Ma un giorno scompare, forse per non aver seguito i consigli di una poesia scritta per lei “Non parlare con gli sconosciuti, anche se loro ti sorridono. Non accettare mai un passaggio da nessuno, neanche per mezzo miglio…Corri via subito. O quello potrebbe essere l’ultimo giorno della tua vita.” Ora, secondo la giuria del coroner “Non era affogata, non si era rotta una gamba, non era stata avvelenata dall’edera né colpita da un fulmine.” Dunque era morta per mano di una persona non identificata.

La sua scomparsa e la sua fine mettono in crisi il rapporto matrimoniale fra il padre Howard e la madre Kay. I mesi di attesa l’hanno invecchiata, è stanca, è triste, non ha più niente da amare. L’amico Benjamin (Ben) cercherà in tutti i modi di riappacificarli (anche lui, però, in conflitto con l’amante Shelley Quinn) portando la donna perfino a ballare. Comunque Howard e il reverendo Michael Dunlop , che ha visto nascere la bambina, non si perdono d’animo e si mettono in moto per scoprire il colpevole. E allora via ai colloqui con chi la conosceva, via alla lettura dei file della polizia riguardanti il caso portati di nascosto dalla segretaria del vicesceriffo, via a sentire la nuova inquilina, la pazza miss Rosa Firenze, “matta come un cappellaio”, che  urla, tiene delle memorie interessanti e ha avuto delle strane visioni il maledetto giorno della scomparsa di Annamay. Poi c’è anche il signor Cassandra che ha visto qualcosa di particolare, sempre quel fatidico giorno e, ultimamente, la cugina Dru prende dei brutti voti a scuola, è nervosa, racconta un sacco di bugie. non sembra più la stessa…

L’autrice scava nei rapporti matrimoniali e non mettendo in rilievo i lati più bui e nascosti, le difficoltà, i malumori, le insofferenze, gli scontri, il maschilismo e la violenza imperante, insomma un senso di vuoto e disagio circola nella vicenda con il classico colpo di scena finale improvviso e insospettabile.

Per I racconti del giallo abbiamo Sul Tagliamento di Raffaele Serafini.

Fernanda. Una poliziotta lasciata dal primo e unico fidanzato. Sta guardando una foto di un nordafricano ucciso con una coltellata al petto. Omicidio volontario, in Friuli. Poi l’incontro con una vecchia amica e un’uscita a quattro in trattoria. La discussione cade sul delitto perfetto. Deciso così, a caso, senza un movente…Raccontino gustoso con spunto da Diario di un assassino di Leo Bruce. Ma epilogo diverso.

Per La Storia del Giallo Mondadori, Gli anni Novanta… e oltre di Mauro Boncompagni. Questa è la volta di una serie succosa di artisti del giallo: James Yaffe, Shelley Smith, Ruth Rendell, Colin Dexter, Michael Dibdin, Lilian Jackson Braun, P.C.Doherty ovvero Paul Harding come pseudonimo, John Franklin Bardin, Martin Edwards, Paul Halter, Rhys Bowen, Maureen Jennings. Da leccarsi i baffi. E la storia della prestigiosa collana continua.