Prima ancora che a Londra facesse la sua comparsa un investigatore privato destinato a cambiare per sempre il mondo del giallo, tra le vie di Firenze un poliziotto si aggirava già a caccia di criminali, armato solo del proprio intuito e del desiderio di essere riconosciuto come il migliore di tutti. Il suo nome era Lucertolo, protagonista del romanzo L’Assassinio nel Vicolo della Luna, opera prima di Giulio Piccini (1849 – 1915) in arte Jarro.

Il romanzo, vero e proprio prototipo di un genere che farà breccia di lì a poco nei cuori di un pubblico sempre più vasto, venne pubblicato per la prima volta nel 1883, cinque anni prima di Uno Studio in Rosso e, sebbene non contenesse ancora in maniera perfettamente definita tutti gli elementi tipici del racconto giallo, ne costituisce comunque un’importante versione ante litteram.

Primo di un ciclo di quattro romanzi, L’Assassinio nel Vicolo della Luna è proposto da Golem in una nuova edizione in brossura che riporta il lettore nella Firenze dei primi dell’800, quando la temutissima polizia si serviva di ogni mezzo per contrastare la criminalità, in una lotta senza quartiere nella quale spesso a soccombere era proprio la giustizia, sacrificata sull’altare del mantenimento ad ogni costo dell’ordine costituito.

Durante una notte fredda, appena rischiarata dalla luce argentea della Luna, un uomo viene accoltellato e la quiete fiorentina viene squarciata da un grido di donna. Il sangue scuro si spande sul selciato, i primi soccorsi giungono sul posto, l’assassino è una figura ignota fuggita chissà dove, il mistero è già protagonista delle cronache cittadine. Le prime indagini sembrano svelare subito l’identità del responsabile e la tremenda macchina della giustizia mette in moto i propri ingranaggi per stritolarlo e dimostrare così la propria efficienza. Ma un poliziotto, che il lettore conoscerà con l’appellativo di Lucertolo, è convinto che la verità sia ben altra e, animato soprattutto dal bisogno di fare carriera, inizia a percorrere a passo svelto i vicoli più sordidi di una Firenze sorprendentemente noir a caccia di prove e testimonianze.

Questa la trama del romanzo. Molti gli elementi di indubbio interesse per l’appassionato di gialli, sebbene quella di Jarro non possa definirsi una crime story in senso assoluto. Manca quel percorso investigativo tipico del genere e anche la figura di Lucertolo è tratteggiata per sommi capi, in attesa che la trama e i personaggi possano trovare ulteriori sviluppi nei romanzi successivi.

Tuttavia gli elementi di interesse non mancano, a partire dalla centralità del delitto inteso come cuore e motore della vicenda, l’elemento che determina le singole vicende personali, le scelte e le loro conseguenze. Così come non manca il mistero, rappresentato non tanto dalla ricerca del colpevole quanto piuttosto dal modo in cui le sue responsabilità verranno finalmente svelate, mentre la lama della giustizia sembra calare inesorabile sul capo degli innocenti coinvolti loro malgrado nel crimine.

Infine il contesto storico e ambientale. Jarro sa raccontare una Firenze cupa e misteriosa, nella quale il corpo di polizia e le sue regole sono state l’esempio su cui anche altri paesi, Inghilterra compresa, hanno definito a loro volta i metodi di indagine per la tutela della pubblica sicurezza. Allo stesso modo i grandi giallisti che di lì a pochi anni avrebbero iniziato a pubblicare le loro storie, nelle opere di Giulio Piccini hanno certamente trovato quegli elementi da cui far scaturire intuizioni, idee e atmosfere per definire un genere che ancora oggi suscita interesse ed emozioni.

L’Assassinio nel Vicolo della Luna di Giulio Piccini Jarro, Golem Edizioni, 200 pagine, brossura, Euro 9,90