La maratona del 1908

Forse non tutti ricordano che le Olimpiadi del 1908 si svolsero a Londra, ma è improbabile che non ci si ricordi della maratona “quasi” vinta da Dorando Pietri, nel senso che in effetti vinse ma venne squalificato. Pietri (a volte citato come Petri) era garzone in una panetteria di Carpi, in provincia di Modena. Era un ragazzo minuto, alto un metro e cinquantanove. Molto portato per la corsa a distanza, vinse diverse gare tra cui una maratona il 2 aprile 1906 (in due ore e quarantotto minuti) e un'altra il 7 luglio 1908 (in due ore e trentotto minuti).

Il 24 luglio 1908, alle 14 e 33, la principessa Alessandra di Danimarca (all'epoca regina) diede il via alla maratona di fronte al castello di Windsor e poi si recò all'arrivo, posto davanti al suo palco nel White City Stadium. La distanza tra il castello e il palco superava di 195 metri il percorso classico, compreso tra 40 e 42 chilometri (la lunghezza venne ratificata nel 1921). L'aggiunta si rivelò fatale per Dorando, che gareggiava col numero 19. Superato al trentanovesimo chilometro il sudafricano Charles Hefferon, arrivò in vista dello stadio dopo due ore e quarantaquattro minuti.

La giornata era molto calda e lo sforzo era stato notevole. Dorando era sfinito e disidradato. Sbagliò strada e dovette tornare indietro, aggiungendo metri ulteriori al percorso. A circa duecento metri dalla linea di arrivo cadde. Venne rimesso in piedi, ma ormai non si reggeva più. Andava avanti alla cieca, come uno zombie. Cadde ancora, venne aiutato a rialzarsi e proseguì per pura forza di volontà. Al momento di tagliare il traguardo venne sorretto dal capo dei giudici di gara, Jack Andrew, e dal capo dello staff medico, il dottor Michael Bulger.

A quel punto Dorando era svenuto e venne portato via in barella. Tutta la scena durò una decina di minuti e tenne l'intero stadio col cuore in gola per le sorti di quel piccolo atleta, così stanco e così determinato. Pietri vinse in 2 ore, 54 minuti e 46 secondi, ma venne squalificato e la medaglia fu assegnata al secondo arrivato, lo statunitense Johnny Hayes. Dorando acquisì però molta più fama, e batté Hayes due volte, in quello stesso anno e l'anno dopo.

Arthur Conan Doyle

Tra i cinquantamila spettatori che assistettero all'arrivo drammatico di Dorando Pietri c'era anche Arthur Conan Doyle, che aveva un buon posto in tribuna nella sua veste di inviato speciale del Daily Mail. Come tutti, venne molto colpito dall'episodio e ne fece un resoconto che fu pubblicato il giorno seguente e contribuì a creare il personaggio. Propose inoltre una sottoscrizione, con la quale vennero raccolte più di 300 sterline, che una settimana dopo furono consegnate a Dorando dalla seconda moglie di Doyle, Jean Elizabette Leckie, presso la Carmelite House, sede del Daily Mail. Nell'occasione, la signora Doyle regalò anche un portasigarette d'oro a Pietri, che il giorno dopo la gara aveva ricevuto una coppa d'argento dalla regina Alessandra. In Memories and Adventures (“The Strand Magazine”, 1923-1924) Conan Doyle descrive così la scena dell'arrivo di Dorando:

All'uscita del tunnel buio barcollava un piccoletto in calzoncini rossi, una creatura minuta, simile a un ragazzo. Sbandò al suo ingresso, affrontando il fragore degli applausi. Poi girò piano a sinistra, e trotterellò pesantemente lungo la pista. Amici e sostenitori premevano attorno a lui.

Improvvisamente l'intero gruppo si fermò. Ci furono gesticolazioni frenetiche. Uomini si chinarono e si rialzarono. Buon Dio, era svenuto! Era mai possibile che il premio gli sfuggisse dalle dita proprio all'ultimo momento? Gli occhi di tutti scivolarono verso l'ombra del tunnel. Il secondo non era ancora in vista. Ci fu un sospiro di sollievo. Credo che nessuno in quella grande assemblea avrebbe voluto che all'ultimo istante la vittoria venisse strappata via a quel piccolo italiano coraggioso. Egli aveva vinto. Spettava a lui.

Grazie al Cielo è ancora in piedi, con le gambette rosse che procedono in modo sconnesso, ma vanno su e giù con forza, sospinte da una volontà suprema. C'è un gemito quando cade di nuovo e grida di gioia quando riprende a barcollare sulle sue gambe. È orribile, e insieme affascinante, questo contrasto tra un obiettivo perseguito e uno scenario di assoluto sfinimento. Ancora per un centinaio di metri egli corse con la stessa andatura furiosa e incerta, poi crollò di nuovo. Mani gentili lo salvarono da una pesante caduta.

Era a pochi metri dal mio posto. In mezzo a sagome chine e mani protese, vidi di sfuggita il viso pallido e smunto, gli occhi velati, senza espressione, i capelli neri e lisci sparsi sulla fronte. Ora è davvero stremato. Non è in grado di rialzarsi.

Dal tunnel è sbucato il secondo corridore, Hayes, Stelle e Strisce sul petto, passo baldanzoso e tanta energia. Ci sono solo una ventina di metri al traguardo, se l'italiano ce la fa. Si rialza barcollando, nessuna traccia d'intelligenza sul viso, e le gambe riprendono la loro strana e lenta andatura automatica. Sta per cadere di nuovo? No, ondeggia, si raddrizza, supera il nastro ed è in una selva di braccia amiche. Egli è arrivato allo stremo della resistenza umana.

Una famosa fotografia, riprodotta a inizio articolo, mostra il momento dell'arrivo. Dorando taglia il traguardo con le ginocchia piegate e l'assetto di un uomo che si butta in avanti mentre sta per cadere all'indietro. Lo fiancheggiano due uomini, e più che sostenerlo sembrano incoraggiarlo. Si tratta, come s'è detto, di Jack Andrew (a sinistra) e Michael Bulger (sulla destra). La presenza accertata di Conan Doyle diede l'avvio alla diceria che uno dei due fosse proprio lui, ma lo scrittore non avrebbe avuto in mano un megafono (come Andrew) e non avrebbe portato al braccio una fascia da medico (come Bulger).

Il numero degli spettatori presenti era di 75.000 secondo Wikipedia, e di 50.000 secondo il racconto autobiografico di Arthur Conan Doyle (al quale mi sono attenuto). Il White Stadium di Londra, costruito appositamente per le Olimpiadi del 1908 e demolito nel 1985, aveva 68.000 posti a sedere e una capienza totale di 93.000 spettatori.

Un resoconto della vicenda si trova in The Arthur Conan Doyle Encyclopedia, al seguente indirizzo: https://www.arthur-conan-doyle.com/index.php/Dorando_Pietri