Delitto impunito di Georges Simenon, Adelphi 2023.

Élie, povero studente polacco venuto da Vilnius per un dottorato in matematica, vive da tre anni nella pensione della signora vedova Lange con gli stessi vestiti di quando è arrivato. Già la descrizione fisica non depone a suo favore avendo una “zazzera rossiccia e crespa, labbra carnose e occhi sporgenti che lo fanno assomigliare a un rospo”. Per lui la camera verde “soffocante d’estate e gelida d’inverno”, mentre le altre due, quella rosa e gialla più confortanti sono per la signorina Lola e Stan Malewitz. Sfitta, per ora, la camera rossa, la più bella.

Ogni tanto arrivano ricordi dolorosi di ragazzo a Vilnius dove “a ogni passo si avvertiva la lotta per la sopravvivenza” e “i bambini, per strada, avevano già uno sguardo da vecchi e a cinque anni le bambine smettevano di giocare con le bambole.” Comunque qui tutto procede nell’ordinario, a parte i soliti screzi con la padrona, fino all’arrivo di Michel, nome completo Mikhail Zograffi, anch’egli ebreo, ventidue anni, di bell’aspetto, vestito in ordine, profumato e ricco. Praticamente il suo contrario. In poco tempo conquisterà l’attenzione della signora Lange ma, soprattutto, della dolce figlia Louise che Élie considera come una sorella. E che vedrà, dalla serratura della camera, sotto i focosi amplessi di Michel.

Per lui è troppo. La vita nella casa non è più la stessa. Ha perso la tranquillità e vaga “come un gatto che non trova più il suo angolino familiare.” “Lo ucciderò” è la frase continua che ripete a se stesso. Ma lo farà? Avrà il coraggio di farlo? Avrà la forza di agire?…

Dopo ventisei anni, varie peripezie e un continuo girovagare fra diverse città (vedi Amburgo, Altona, New York, Chicago), lo ritroveremo smisuratamente ingrassato come contabile nella reception di un albergo a Carlson City. E qui Simenon opera un colpo da maestro facendo arrivare un nuovo proprietario dell’albergo…

Siamo di fronte ad una incredibile, ossessionante indagine nei recessi più profondi di un uomo, di un suo continuo, incessante arrovellamento, ad una crisi esistenziale lacerata da dubbi e tormenti che non lasciano spazio alla pace.

Buona lettura.