L’ombra della solitudine di Paolo Roversi, Marsilio 2024.

“Copertina colorata (giallo, rosso, bianco, blu, verde), allegra, giovane su vespa gialla con bella ragazza dietro. In quarta ancora gnocca di ragazza di spalle che ti guarda di traverso e cinque entusiasti (dico cinque!) giudizi sull’autore. Ed ecco a voi  Niente baci alla francese di Paolo Roversi, Mursia 2007.” Così scoprii e seguii l’autore anche di questo libro. Ne è passato del tempo…

Siamo a Milano nel gelo di febbraio. Si parte dal Danese (Chrestos Dukas), amico e compagno di avventure dell’ormai noto giornalista Enrico Radeschi (scrive per Milano nera). Scopre che la figlia, che credeva morta in un attentato, è ancora viva e allora deve trovarla a tutti i costi. Segue un efferato omicidio della squillo Virginia Love legata, frustata e soffocata. Ma c’è subito qualcosa che non torna, perché il sado-maso era piuttosto la specialità dell’amica escort Michela Riva, in arte Lady Milena, la dominatrice. E poi la sua casa è stata buttata completamente all’aria. Che cosa cercava l’assassino?…

La faccenda diventa angosciante per Radeschi quando scopre che Virginia Love altri non è che la sua ragazza Amanda Bernadette di cui si era innamorato. E se questo non bastasse si aggiunge la scomparsa del Danese dopo una rapina a un furgone portavalori. Ecco arrivare il dolore e il senso di solitudine espresso nel titolo.

Ad indagare sui due episodi abbiamo il vicequestore Sebastiani dal toscanello che sembra vivere di vita propria fra le sue labbra (ha un rapporto con Lucy molto più giovane di lui, bene il sesso ma poi noia), coadiuvato soprattutto dalla sua vice Carla Rivolta che studia per diventare commissario.

Salterà fuori anche un altro personaggio nuovo e frizzante nella giovane hacker Liz con la passione per i pipistrelli e la Coca Zero che darà una mano al nostro Radeschi alle prese con xanax, compresse di Ibuprofene, antidolorifici e canne del Danese. Diversi i sospettati, i colloqui, i controlli, i dubbi, le supposizioni, fino a quando attraverso i video, il computer, la lap top, il software e altri aggeggi moderni si riesce a capire…ecco…forse ci siamo….

Il tutto lungo le vie di Milano, a piedi o con il Giallone, la vespa gialla del ’74, in un “incrocio di vite e situazioni che rende questa città così unica e viva”, tra negozi, bar, pizzerie,  ristoranti, mangiate e bevute a go-go. E con l’ombra della mancanza, di un vuoto, insomma della solitudine che incombe tra i vari personaggi lungo tutto il racconto.

Buona lettura