Dalle geometrie euclidee ai numeri primi, dal caso alla crittografia. Insomma, la matematica pura che i professori insegnano ostinatamente al liceo. Ma in una chiave leggermente differente. Il palcoscenico dell'Arsenale porta in scena Teatro in matematica, spettacolo diretto da Valentina Colorni e curato da Maria Eugenia D'Aquino. In Apologia di un matematico, Godfrey Hardy scriveva che «le forme del matematico, come quelle del pittore devono essere belle; le idee, come i colori o le parole, devono accordarsi armoniosamente». Da qui nasce l'idea della D'Aquino di creare un teatro vivo e sperimentale: in collaborazione con Riccardo Mini, che ha curato la drammaturgia, e con il professor Alberto Colorni, nascono quattro pièce di particolare effetto, Parallelismi: geometrie euclidee e non (questa sera, 8 novembre), Il caso, probabilmente: la partita a dadi (1, 2 e 14 dicembre, 11, 18 e 25 gennaio), I numeri primi e la crittografia (10, 16, 22 e 24 febbraio) e Sherlock Holmes e il mistero dei grafi (8, 16, 22 e 28 marzo). «In scena - spiega Silvia Roncoroni, docente all'università Bocconi - la matematica perde la dimensione di scienza austera e accessibile solo a pochi iniziati: emerge con forza la bellezza e il fascino che le sono propri e diventa materia esplorabile e comprensibile a tutti». Giunto alla terza edizione, lo spettacolo curato dalla D'Aquino si prepara a un nuovo approfondimento della matematica, ma sempre e solo dal punto di vista teatrale.