Le connessioni tra Sherlock Holmes e l’Italia sono innumerevoli. Firenze è l’unica città italiana sicuramente visitata da Holmes, in fuga dalle cascate di Reichenbach (EMPT). Sappiamo che si interessò del furto dei cammei vaticani (HOUN) e, su richiesta di Sua Santità Leone XIII della strana morte del cardinale Tosca (BLAC): ma non sappiamo se si recò o no a Roma per queste indagini. Ovviamente nel Canone vengono citate altre città, come Napoli, Cremona, Bari, Milano, ma Holmes non vi si recò mai. Holmes conosceva certamente l’italiano. In REDC tradusse un messaggio in codice in italiano e compose una parola italiana usando lo stesso codice; in FINA si travestì da prete italiano e parlò un italiano accettabile, quantomeno per gli inglesi.

Holmes aveva un legame affettivo e culturale con il nostro paese: amava le poesie di Petrarca (non sappiamo però se tradotte o no, BOSC) ed aveva un interesse violinistico per Cremona, gli stradivari, gli Amati, Paganini. Frequentava spesso ristoranti italiani (Goldini’s in BRUC e Marcini’s in HOUN), parlava della “natura medievale italiana” (RETI); non aveva particolari pregiudizi contro gli italiani (REDC, SIXN). In NAVA ritrovò un patto navale segreto tra l’Italia e l’Inghilterra.

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In questo amore per l’Italia Holmes non era solo tra i suoi connazionali: il nostro paese era la meta preferita del Grand Tour, il viaggio di istruzione senza il quale l’educazione di un gentleman non era completa, e anche da un punto di vista politico l’Inghilterra aveva avuto un grosso ruolo nell’unificazione italiana.

Da notare che A. Conan Doyle, l’amico di Watson, fu nominato Cavaliere della Corona d’Italia nel 1895. (A proposito di Doyle, Watson e l’Italia, v. anche Posillipo)

Per conoscere tutti i dettagli del canone e tutte le voci relative ai particoli di Sherlock Holmes ricordiamo il volume enciclopedico Il Diciottesimo Scalino da cui è tratta anche questa voce.