Appuntamenti in nero

L’amore impossibile o l’impossibilità dell’amore… 

Già letto negli anni settanta ho chiuso ancora una volta l’ultima pagina con un po’ di raschiore in gola, con una smorfia di commozione.

Appuntamenti in nero di Cornell Woolrich, Mondadori 2009.

Johnny Marr e il suo appuntamento. Aspetta Dorothy. La luce. Alle otto di ogni sera. Al drugstore di Getty. Ma una sera non c’è. Viva. L’hanno uccisa. E Johnny continua a venire all’appuntamento come se lei debba arrivare da un momento all’altro. “Sto aspettando la mia ragazza” risponde alle domande di qualche passante incuriosito. Finché un giorno non si fa più vedere. E’ l’ora dell’odio e della vendetta. L’ora di far conoscere agli altri la sofferenza che ha provato e prova ancora. La sua è una faccia “sana, pulita, convenzionale” ma dentro si porta “un inferno di morte”.

Seguono una dopo l’altra delle morti inspiegabili di donne con relativo biglietto “Adesso sai cosa si prova”. A indagare il poliziotto Cameron, magrissimo, lo sguardo patito con gli zigomi che gli sporgono in fuori e le guance che sprofondano dentro. Tosto, duro, tenace. Non molla.

In questo romanzo capolavoro abbiamo alcuni forti sentimenti dell’animo umano. Soprattutto l’amore: l’amore tradito, l’amore sfiorito, l’amore finito, l’amore sbocciato, l’amore vendicato. Una vendetta lucida e spietata. E poi il dubbio e il tormento. Insieme all’assillo del tempo che cambia tutto, anche gli affetti più profondi, il tempo che corre veloce, che fa perdere attimi fatali, la guerra “follia dell’universo”. Infine la tensione che spunta in ogni parte del libro  e sale piano piano fino al terrore (la cieca che “sente” intorno a sé un’altra persona). E le figure immortali di donne. Gigantesche nelle loro varie sfaccettature.

Con il finale magari scontato ma ineluttabile che porta all’inevitabile domanda “Che cos’è l’amore se non l’impossibilità, se non il protendersi verso un’illusione?”.

Già, che cos’è l’amore?…

 

Poirot e i Quattro

Con un po’ di spirito goliardico…

Poirot e i Quattro di Agatha Christie, Mondadori 2009.

Inizio da manuale. Hastings che va a trovare Poirot e Poirot che sta partendo per il Sudamerica attratto da un lauto compenso. Obiettivo risolvere un problema di una grossa ditta. Di mezzo i Quattro, una banda internazionale di delinquenti che vogliono prendere il dominio del mondo. Un cinese il numero Uno, un americano il numero Due, una donna francese il numero Tre e un inglese il numero Quattro, meglio noto come il Distruttore. Inquietante l’arrivo di un uomo che ripete la stessa frase e poi, ripresosi, parla di questi pazzoidi. Partire o non partire? Il solito Poirot con tutto il suo orgoglio. Glielo farà vedere lui a quei Quattro disgraziati…

Giallo movimentato: travestimenti, pericolo, trucchi e controtrucchi, colpi di scena, sigarette al curaro, il nostro povero Hastings che perde i sensi e poi si riprende in continuazione, misteri risolti con la solita abilità di Poirot. Cito tra gli altri un episodio che riguarda gli scacchi con un Alfiere un po’ particolare (in seguito l’idea ha dato vita a parecchie varianti). Aggiungo il mistero del gelsomino giallo,  le celluline grigie che più grigie non si può e il nostro testa d’uovo al massimo della forma e della esaltazione di se stesso (si paragona perfino a Napoleone), l’unico avversario di cui i Quattro debbano avere paura. Di mezzo c’è pure lo studio di un raggio di tremende capacità distruttive, il fratello gemello di Poirot di nome Achille (sì, avete capito bene), la politica e insomma un bel po’ di roba mischiata insieme. Il tutto va letto con spirito goliardico che la Christie si diverte un mondo (non è la prima volta) a creare scene e controscene davvero incredibili (o poco credibili).

Blog del giallo-Mondadori http://blog.librimondadori.it/blogs/ilgiallomondadori/.

 

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it