C’era qualcosa che era sfuggito o che non era stato detto. Pensò il da farsi. L’indomani fece cercare i tre che avevano giocato a poker pur non intendendo partecipare alla corsa: Bini e Palestro non seppero dire niente di nuovo, al di là del fatto che Sesto si era curiosamente gingillato col mazzo di chiavi del suo box, durante l’intera partita; Cesi aggiunse di averli visti talora pulirsi le unghie durante la partita, e che i pantaloni di Sesto erano diventati marroni e che erano strappati: lui gliene aveva chiesto il motivo e si era sentito rispondere che non aveva visto una pozzanghera e vi era caduto. Di sera tardi era cominciato a piovere: infatti, quando si erano alzati dal tavolo, pioveva a dirotto.-Ma non erano..

Ecco questo apriva uno spiraglio. Possibile che ?

Certo che sarebbe stato geniale! Ed ora si spiegava perché era stata scelta proprio la Porsche: lì per lì non aveva capito perché Perrino si trovava nell’auto non propria, ma ora lo aveva capito. Sì proprio astuto. Il commissario aveva capito tutto, o quasi.

Ma doveva esserne sicuro. Si rivolse all’ufficio meteorologico: doveva sapere esattamente a che ora aveva cominciato a piovere.

L’indomani mattina riunì tutti quanti nella sua camera alla Questura.

-Inizialmente avevamo pensato ad un suicidio, signori. Ma gli ultimi avvenimenti ci hanno indotti a considerare l’ipotesi dell’omicidio. Per cui..

-Ma è impossibile, sostenne Ferrigno. Sono state trovate particelle di polvere da sparo sui guanti, lo abbiamo letto sul giornale; guanti indossati da lui. E quindi si tratta di suicidio. Cos’è ‘sta storia dell’omicidio ?

-Il fatto è, Ingegnere, che la figlia ci ha detto che il padre MAI E POI MAI AVREBBE MAI INDOSSATO DEI GUANTI PERCHé LA PELLE GLI PROVOCAVA UNA DERMATITE, CUI LUI NON AVREBBE POTUTO REAGIRE NON POTENDO TOLLERARE IL CORTISONE, CHE VIENE USATO PER COMBATTERE LE ALLERGIE E GLI ARROSSAMENTI CUTANEI. E che quei guanti non erano i suoi. Quindi, se dei guanti non suoi, che lui non avrebbe mai indossato, gli si trovano alle mani, e sono stati utilizzati per sparare, viene il sospetto che non sia stato lui a fare fuoco, ma qualcun altro. Quindi..

-Quindi ?

-Quindi è stato assassinato.

-E come ?

-Vediamo innanzitutto chi ne aveva il movente. Tutti voi quattro avevate il movente, perché aspiravate a vincere i 500.000 euro. Perrino non aveva nemici, e viveva una fase felice di vita perché aveva vinto 10.000 euro: perché mai si sarebbe dovuto uccidere uno che ha 10.000 euro e ne ha persi pochi a poker ?

-Lei dottore, fa ipotesi. Ma deve dimostrarle. E non può farle, perché nessuno può dimostrare ciò che è indimostrabile.

-Tutto a suo tempo.

-E poi, se proprio vuole argomentare partendo dai guanti, c’è una maniera inequivocabile per beccare l’assassino, postulando che sia stato lui ad indossare i guanti: si trovi una persona cui essi vadano bene.

-Eh già. Come Totò: trovata la pernacchia, trovato il colpevole. Se davvero fosse così semplice.. Ma guarda caso qui nessuno dei quattro sospettati ha la stessa misura di guanti. E’ per questo Ingegnere che lei ha fatto l’allusione ? Ah, non sa niente. OK. Però il fatto è che il guanto destro, quello che è risultato positivo alla paraffina, presenta una disposizione delle particelle, ehm..strana. Già. Che ci ha fatto dedurre che la mano fosse più grande e che abbia impugnato la pistola, non tutta coperta dal guanto. Il che spiegherebbe anche delle lacerazioni in prossimità del polso e dell’alluce del guanto. Ma dove stavamo ? Ah, sì, al movente. Ce l’avevano tutti e quattro. Abbiamo investigato: lei perde molto al gioco; Ciccio Sesto si era indebitato pesantemente per la sua Autocarrozzeria; Mario Pisticci ha fatto degli investimenti bancari sbagliati; e a Don Attolico, piace condurre un tenore di vita ben al di sopra di un maestro elementare in pensione. Ma avere un movente non basta; per essere incriminati non bisogna avere alibi, e questo è il punto: tutti e quattro avevate un alibi, che vi fornivate l’un l’altro e che vi fornivano gli altri tre compagni di gioco, che hanno testimoniato che ciascuno di voi quattro non si è assentato dal tavolo di gioco per di più di dieci minuti, undici in un solo caso; ma tutti insufficienti a recarsi al box di Sesto, uccidere Perrino, inscenare il falso suicidio e ritornare qui”.

-Quindi nessuno di noi quattro è stato. Bisogna guardare altrove.

-Proviamo invece a fare un altro tipo di ragionamento. Vediamo prima come è stato secondo me effettuato l’assassinio. Evidentemente dalle modalità emerge che è stato premeditato. L’autopsia ha fissato l’ora della morte intorno alle ore 23,00 circa, forse anche prima. L’assassinio è tuttavia, secondo me, strettamente legato alle fasi del poker che i cinque partecipanti e più accreditati piloti decisero di giocare assieme a tre altri compagni di parata: Palestro, Cesi e Bini. Dico strettamente, perché è chiaro che, ponendo come movente la vincita del premio manifestazione, era chiaro che si dovesse far fuori l’unico che tutti davano come vincitore certo: a questo punto si poteva correre con più certezza di vincere. Ma ci torneremo sopra perché questo è un punto cruciale.