Il dramma del Florida di Rufus King, Mondadori 2012.

Inizio col botto: “Gans, il radiotelegrafista, era morto…Qualcuno lo aveva afferrato per la gola e non aveva lasciato la stretta fino a che i polmoni non avevano cessato di funzionare”. A scoprire per prima il cadavere Margaret Sidderby sul “modesto” piroscafo Florida con rotta Bermude-Halifax. Diversi passeggeri fra cui la conosciuta coppia dei coniugi Poole (lei ricchissima, lui bello) e il tenente Valcour sulle tracce di un assassino che, prima della partenza dallo scalo di New York, ha ucciso un uomo e ferito un altro. Il morto ucciso, vedi un po’, è il primo marito della signora Burton, ora signora Poole. L’assassino ha lasciato sul luogo del delitto una busta indirizzata proprio a lei.

Il Florida è praticamente isolato dal resto del mondo come dimostrano i continui dispacci tra la Direzione della polizia di New York e le autorità portuali di Bermuda per capire la posizione del piroscafo. La situazione si fa sempre più difficile, spariscono oggetti, forbici calamitate, uno spillone, e pure i soldi nella cassaforte del capitano, la ruota del timone viene addirittura legata. Cielo e mare grigi, lamento della sirena, nebbia fitta, senso di terrore “Una cosa tutt’altro che piacevole. E pericolosa, anche” con in giro un assassino che deve essere un pazzo provvisto “di quel genere di astuzia che solo gli anormali possiedono, in tal misura” sentenzia Valcour. E ci si mette pure il capitano Sohme a creare apprensione con  le sue misteriose “forze” che solo i marinai possono capire, causa della fine di Gans e di un successivo morto (ammazzato?).

Rufus King è un abile creatore di atmosfere inquietanti e un altrettanto abile depistatore, insinuando dubbi e sospetti in qua e là attraverso una scrittura semplice, lineare, direi “tranquilla” senza quelle forzature linguistiche che si trovano in molti autori. Basta un tocco, una sola parola a creare un  momento particolare, a cogliere un aspetto sfuggente di un personaggio. Finale decisamente inaspettato.

Per I racconti del giallo ecco Datteri, seta e polvere nera di Marco Philip Massai. Un’impresa assai rischiosa quella di Lagâri, volare “sul maestoso Falco di Ferro, sospinto dal potere del fuoco” fino alle nuvole davanti al sultano Murad IV. Impresa riuscita ma non si riesce a capire perché Lagâri è ancora vivo se un tale dichiara di averlo ucciso. Piacevole e ingegnoso racconto.

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