Quando uno dei più antichi quotidiani italiani citò per la prima volta Edgar Wallace, lo fece definendolo «corrispondente di guerra del Daily Mail» (14 settembre 1904): mille encomi per il valoroso ex combattente passato alla non meno impegnativa mansione di cronista, ma quando lo stesso quotidiano citò per la seconda volta Wallace... erano passati venticinque anni ed egli si era trasformato ne «Il Re del romanzo nero».

«La tradizione del “romanzo nero”, il romanzo sensazionale, pieno di tiranni, delinquenti, poliziotti, spettri, è una lunga tradizione che non accenna affatto a morire»: così introduce il suo pezzo Aldo Sorani, su “La Stampa” quel 5 febbraio 1929. «Anzi, essa è stata raccolta e portata a sempre nuovi trionfi da alcuni scrittori che non dominano più, come una volta, nelle appendici dei giornali e nelle pubblicazioni popolari a dispense, ma nei bei volumi rilegati e conoscono i fasti delle “opera omnia”, ornate di ritratti e di autografi e fanno il buono e il cattivo tempo nei grandi uffici editoriali e or ora hanno preso d’assalto anche il teatro e, naturalmente, il cinematografo». Il mondo editoriale sta cambiando, si è in piena bufera per un fenomeno inaspettato: dai ghetti delle riviste d’appendice, gli autori più “neri” stanno conoscendo addirittura l’onore delle librerie e delle sale cinematografiche. E chi c’è al vertice di questa onda anomala?

«Si ha un bel torcere il naso, in nome dell’arte e della letteratura colle iniziali maiuscole, dinanzi alla ossessionante voga di un Edgar Wallace, che oggi è l’idolo della folla anglosassone (una folla a cui si accodano, dominati, i Primi Ministri) e i cui volumi dilagano ormai a valanghe torrenziali fra i pubblici dei due mondi»: malgrado la più che manifesta titubanza del giornalista per un certo tipo di letteratura - con le iniziali evidentemente minuscole - quando l’Italia si accorge di Wallace (all’incirca nello stesso ’29 di quando scrive il giornalista citato) egli è da vent’anni il re di quello che nel nostro Paese solo da poco si identifica con un colore “storico”: il giallo.

Parte da oggi un appuntamento settimanale di SherlockMagazine - dal titolo Mercoledì con Wallace - che andrà alla riscoperta dei romanzi del celebre cronista passato alla narrativa, presentati recentemente dalla Newton Compton in un prezioso formato digitale: a più di cent’anni dall’aver conquistato le librerie cartacee, ora l’autore di Greenwich è pronto a conquistare anche il mondo digitale.

Questa settimana presentiamo uno dei romanzi di Wallace forse meno ristampati in Italia: The Clue of the Silver Key, pubblicato nella Londra del 1930 da Hodder & Stoughton. Come il citato articolo de “La Stampa” ha dimostrato, l’interesse anche italiano per questo tipo di romanzi è molto forte in questi anni, quindi la Mondadori e la neonata collana “I Libri Gialli” non si lasciano certo scappare il testo: già nel 1932, con il numero di collana 43, il romanzo appare nel nostro Paese con la traduzione di Elsa Pelitti e con il titolo Il giorno 17. Conoscerà molte ristampe - da “I Capolavori del Giallo” n. 78 (1957) a “I Classici del Giallo” n. 640 (1991), mentre in Gran Bretagna nel 1961 diventa anche un film diretto da Gerard Glaister - fino al 1994, quando entra nell’ampio catalogo che la Garden Editoriale ha dedicato all’autore di Greenwich: ritradotto da Valeria Leotta, il romanzo appare nel numero 4 della collana “Best Sellers” con il titolo L’indizio della chiave d’argento. Dopo solo un anno Marcella Pavolini Hannu lo ritraduce per inserirlo nella collana “La Compagnia del Giallo” (Newton Compton), dove compare nel numero 83 con il titolo L’enigma della chiave d’argento.

È questa l’edizione giunta in digitale e presentata nel numero 162 della collana “Zero49”, in cui la Newton Compton presenta grandi classici del giallo a meno di cinquanta centesimi di prezzo.

http://ebookstore.newtoncompton.com/l-enigma-della-chiave-d-argento

Non rimane che invitarvi alla lettura del primo capitolo de L’enigma della chiave d’argento, preceduto dalla trama.

Trama

Quando viene assassinato l’usuraio Hervey Lyne, una ridda di ipotesi si affacciano alla mente degli investigatori. Tra le tante piste, la principale è quella che fa capo a una misteriosa chiave coperta di vernice fosforescente... Quale porta è destinata ad aprire? Mentre altri delitti seguono il primo, gli investigatori puntano tutto sul tentativo di risolvere l’enigma della chiave. E proprio quando tutto sembra perduto, ecco emergere la possibilità di far luce sulla vicenda...

Capitolo 1

Erano tutti implicati nella faccenda: Dick Allenby, inventore nonché erede diretto; Jerry Dornford, uomo di mondo e spendaccione; Mike Hennessey, avventuriero del palcoscenico; Mary Lane attrice di second’ordine; Leo Moran, banchiere e speculatore; ed Horace Tickler che (ahi lui!) vi era implicatissimo senza saperlo.