«Il fatto che Edgar Wallace è riuscito a penetrar nel cuore di milioni di lettori e conosce l’arte di tenerli avvinti alle sue favole incredibili e dà prova quotidiana di una prolificità e di una instancabilità che fanno invidia a molti acquisiti artisti della parola, a molti cultori di bellissime lettere, non solo perché si appalesano virtù native, ma perché il favor popolare lo fomenta con entusiasmo.»

A parlare è sempre Aldo Sorani, giornalista che su “La Stampa” del 5 febbraio 1929 per la prima volta presentava ufficialmente al pubblico un autore che il pubblico già amava: le opere di Edgar Wallace proprio in quel periodo infatti stavano riscuotendo crescente interesse nella “nuova” collana dal titolo “I Libri Gialli” Mondadori.

«Scelgo il caso di Edgar Wallace - continua il giornalista - perché di fronte a lui ci troviamo veramente di fronte al re del “romanzo nero” e perché la voga dello scrittore ha creato intorno all’uomo leggende singolari.» Quali sono queste leggende? Lo vedremo nella prossima puntata: per ora ci limitiamo a presentare la ristampa in digitale - targata Newton Compton - di un altro celeberrimo romanzo di Wallace: Il Mago (The Gault Stranger, ristampato come The Ringer, 1925).

    

Il numero 164 della collana digitale “Zeroquarantanove” - specializzata in romanzi gialli classici in eBook a meno di 50 centesimi di prezzo - presenta un grande classico della narrativa dell’autore di Greenwich.

Stampato dalla londinese Hodder & Stoughton nel 1925 come The Gault Stranger, ristampato poi come Police Work e infine trasformato per il teatro nel 1929 in The Ringer, il romanzo appare in Italia nel 1932 tradotto niente meno che da Alberto Tedeschi, nella sua citata collana “I Libri Gialli” Mondadori (n. 53). È l’inizio di un grande successo e una lunga serie di ristampe: Capolavori dei Libri Gialli n. 3 (1937); Capolavori dei Gialli Mondadori n. 1 (1954); I Classici del Giallo Mondadori n. 76 (1969) e infine la raccolta nell’antologia tematica mondadoriana All’ombra del delitto (1985). Arriva poi la riscoperta nelle collane della Garden Editoriale. Alda Carrer ne cura la nuova traduzione per il numero 18 de La Biblioteca Classica del Romanzo Giallo (1989), traghettata nel numero 85 (1995) de Il Giallo Economico Classico della Newton Compton. Dopo un’altra apparizione nel mondo Garden - I Grandi Autori del Giallo n. 25 (1997) - bisognerà aspettare il 2011 perché I Classici del Giallo Mondadori (n. 1265) rispolverino la traduzione di Alberto Tedeschi, e il febbraio 2013 perché la Newton Compton riproponga in digitale la traduzione della Carrer.

Fortuna parallela ha riscosso il romanzo al cinema. Già nel 1928 il regista britannico Arthur Maude lo trasforma nel film The Ringer, mentre nel ’32 Martin Fric e Carl Lamac ne realizzano una versione tedesca, Der Hexer. Alternandosi fra produzioni inglesi e tedesche, sono moltissimi i film (per cinema e TV) che si ricollegano al testo di Wallace, ed in alcuni casi sono arrivati anche nel nostro Paese, come Ossessione (The Gaunt Stranger, 1938) e Le 5 vittime dell’assassino (Der Hexer, 1964).

Ecco il primo capitolo del romanzo Il mago, nella traduzione di Alda Carrer per l’edizione digitale della Newton Compton.

          

Il vicequestore premette un pulsante sulla scrivania e all’usciere che entrò nella stanza pochi secondi dopo disse: – Chiedi all’ispettore Wembury di venire da me.

Poi infilò in una cartelletta il documento che aveva appena letto. Lo stato di servizio di Alan Wembury, come poliziotto e come soldato, era magnifico. In guerra aveva raggiunto il grado di maggiore distinguendosi sul campo e guadagnandosi la medaglia al merito.

La porta si aprì ed entrò un uomo di altezza superiore alla media. Il vicequestore, guardandolo, incontrò un paio di occhi grigi e ridenti in una faccia magra e abbronzata.

– Buongiorno, Wembury.

– Buongiorno, signore.

Alan Wembury aveva passato da poco la trentina, era uno sportivo, giocava a cricket e viveva volentieri all’aria aperta. Il suo modo di fare e di parlare nasceva da un lungo contatto con l’alta borghesia.

– Ti ho chiesto di venire perché ho buone notizie per te – disse il vicequestore.

Nutriva un vero affetto per quel suo subordinato tutto d’un pezzo. In tanti anni di carriera non aveva mai riposto tanta fiducia in un uomo quanta ne riponeva in lui.

– Qualsiasi notizia è bene accetta, signore – rise Alan.

Era ancora rigido sugli attenti e il suo capo gli indicò una sedia.

– Sei promosso ispettore distrettuale e assumi la direzione del Reparto “R” da lunedì prossimo – disse il capo, e nonostante il suo sangue freddo Alan restò sorpreso.

Quella era una carica ambita al CID e poteva condurlo alla sede centrale, magari tra i Quattro Grandi, o chissà mai dove.

– È una vera sorpresa, signore – disse infine. – Ve ne sono molto grato. Ma penso che vi siano tanti altri più meritevoli di me per quel posto...

Il colonnello Walford scosse il capo.