Le mani di Mr. Ottermole di Thomas Burke, Polillo 2016.

“Alle sei di una sera di gennaio, Mr. Whybrow stava camminando verso casa lungo la ragnatela di stradine dell’East End di Londra”. Passo lento e strascicante tra i bassifondi “l’ultimo rifugio dei vagabondi europei.” Serataccia umida e nebbiosa. Non vede l’ora di arrivare a casa per bersi un bel tè caldo. Non ci arriverà, ce lo fa sapere subito l’autore, perché c’è in giro un uomo con un cuore morto che divora se stesso. Non è cattivo, anzi “socievole e amabile”, insomma una “persona rispettabile” ma con la voglia di uccidere qualcuno. E non sarà uno solo. Sarà il nostro Whybrow e sua moglie e saranno altre cinque persone ad essere uccise. Strangolate. Senza la possibilità di un minimo indizio per scoprire l’assassino. E la paura dello Strangolatore si spargerà per tutta Londra, invadendo e sconvolgendo la vita di tutti i giorni

Thomas Burke entra nella psicologia dell’assassino, ne sviscera i comportamenti, mette in luce le idee errate che abbiamo in genere su questo soggetto. Offre spicchi di vita della città reietta, descrive lucidamente il comportamento e il pensiero della gente. La malvagità non può essere dei londinesi, “Una malvagità come quella era difficile da attribuire all’Inghilterra, così come l’infernale abilità di quegli orrendi crimini”. La colpa agli altri, “agli zingari rumeni e ai venditori di tappeti turchi.” (la storia mica cambia tanto). Sette delitti, dicevo, senza un nome. Per tutti, ma non per il giornalista del Daily Torch che un’idea ce l’avrebbe. Anzi ce l’ha. Seguiamolo…

Non so se questo sia il più bel racconto giallo di tutti i tempi, come ebbero a sostenere gli esperti del momento richiesti da Ellery Queen e John Dickson Carr e dallo stesso Queen diversi anni dopo. Fatto sta che il qui presente lasciò indietro La lega dei capelli rossi, La lettera scarlatta e Il caso vendicatore, i cui famosi autori tutti ben conoscete. Tanto per farvi capire il livello. Dal 1931 ad oggi ne sono passati sotto i nostri occhi di racconti. Qualcuno lo avrà avvicinato e forse superato. A noi basta dire che questo è un bellissimo racconto.