Pizzica amara di Gabriella Genisi, Rizzoli 2019.

E presentiamolo subito il nuovo personaggio di Gabriella Genisi, dopo la dirompente commissario Lolita Lobosco dei lavori precedenti. Ovvero il maresciallo Chicca Lopez “Piccolina sì, abbronzata, i capelli lunghi trattenuti da una coda. E carina forte, con quell’aria un po’ orientale. Ma tutta un fascio di nervi e muscoli scattanti, con una voce d’acciaio. Una di quelle piene di tatuaggi sotto la maglietta, se solo il regolamento non lo vietasse espressamente.” Insomma una specie di Soldato Jane con un passato tremendo alle spalle. Figlia unica di ragazza madre, lasciata dai genitori ai nonni e alla loro morte in una casa famiglia. Vive a Gallipoli insieme a Flavia, una biologa più grande di dieci anni.

All’inizio impegnata nella lotta contro il degrado della Terra dei fuochi e contro chi cerca di occultarla. Scrive perfino al ministro dell’ambiente per far luce su un Salento “oscuro e profondo” (ricordi dolorosi della cugina Caterina morta di leucemia). Per i suoi meriti diventa maresciallo  al comando provinciale di Costadura e subito deve vedersela con il trafugamento della salma di Conte Tommaso fu Cataldo e con la morte (strangolamento, poi annegamento) di una ragazza alla Marina di Torre Chianca. Ma non finisce qui, perché arriva pure l’impiccagione di una ragazza in zona castello, studentessa al liceo Pascoli, figlia di genitori abbienti. Ciò che lega i casi è un tatuaggio sul corpo, una semplice croce greca gemmata.  A tutto ciò si aggiunge una serie di fatti precedenti, incredibili e inquietanti “Carcasse di animali avvolte in drappi scuri, ossa mescolate a cera di candele, persino un paio di taniche di una roba maleodorante che sembrava sangue”, ragazzini, seguaci di Marilyn Manson, ipnotizzati dal rock satanico, che sgozzano una coetanea in un rituale, due ragazze e un ragazzo che si tolgono la vita. Dal colloquio, duro e struggente con una “macara”, una strega (vedi il racconto della sua vita), vengono poi fuori feste, festini, riti di iniziazione sessuale in una masseria, a cui partecipano ”imprenditori, magistrati, giornalisti, politici di vario colore e ruolo”, pure un cardinale, un vescovo, un ministro della Repubblica, sottosegretari, emiri, banchieri, primari, dirigenti di azienda…

Un incredibile lavoro per il maresciallo Chicca Lopez, impegnata a casa in un rapporto sempre più difficile con Flavia e, in ufficio, con il capitano Biondi, classico “maschio sbruffone”. Per non parlare dei ricordi e degli incubi che la assillano e i nuovi dubbi sulla sua sessualità, confortata dall’amico psichiatra Gérard.

Prima di leggere il libro mi aspettavo ironia e sorriso sparsi ovunque come nelle vicende con la Lobosco, e invece mi sono trovato di fronte a scene e situazioni angosciose, drammatiche, drammaticamente esposte, tutto un caos e un pessimismo che si diffonde quasi da ogni pagina (rara avis momenti sereni). Per risolvere il caso, o meglio i casi che si intrecciano fra loro (arriverà anche un altro morto ammazzato), bisogna rischiare di persona con un particolare travestimento. In fondo, ma proprio in fondo, una piccola luce per la nostra Chicca. Chissà, forse con un  tuffo nell’acqua…

P.S.

E la “pizzica”? Un ballo tradizionale del luogo che avrà la sua parte.