Il seme dell’odio di Virginia Perdue, Mondadori 2021.

“Osservandolo in viso lei notò, con un piccolo moto di sorpresa, quanto fossero marcati i suoi tratti: la mascella sporgeva e formava un mento quadrato e tenace; il bel naso dritto si protendeva con arroganza. In un istante lui le divenne terribilmente estraneo, separato dagli anni che non avevano condiviso, Si scostò leggermente. Avrebbero dovuto aspettare: non si conoscevano affatto. Infatti si erano incontrati appena una settimana prima ed erano sposi già da due giorni.” I dubbi di Edith verso il marito Axel cominciano ad aumentare quando le sembra di vedere qualcuno spingere una roccia contro di lui che minimizza l’accaduto. E quando vengono seguiti da uno strano uomo dopo una veloce corsa in automobile, lo stesso, non aveva il minimo dubbio, che aveva spinto la roccia giù dallo scoglio. Senso di pericolo, paura, angoscia. A tutto questo si aggiunge un’altra amara scoperta, ovvero che Axel ha adottato Carl, un bambino avuto da una precedente relazione con la signorina Luisa Furness che ora lo reclama e dovrà esserci un confronto in tribunale. Bambino che vive con la sorella Cristina e il nipote zoppo Homer di suo marito. Uno strano nipote che instilla dubbi nella sua mente, cerca di metterla in guardia, occhio a non ammalarsi con Axel, meglio fuggire, perché non è un dottore ma “soltanto un ciarlatano”. A cui si aggiunge anche il giudizio drastico del dottor Norris che lo definisce, addirittura, “macellaio”.

Dunque assistiamo ad uno scavo a fondo, impietoso e struggente all’interno di Edith, un continuo voltare e rivoltare nell’animo della protagonista che sente di dover difendere Axel, comunque sempre sicuro di sé, e nello stesso tempo di cercare in ogni modo la verità. Cosa ha nascosto della sua vita? Chi lo minaccia anche a colpi di pistola? Chi può volere la sua morte? Ed ecco che arriva un suicidio (?) e poi un altro a rendere tutto più indecifrabile e deve vedersela pure con David Mac Kellar, avvocato di Luisa Furness.

Il lettore è coinvolto sin dall’inizio in questa sconcertante esperienza, rimane sempre sul chi vive aspettando che accada qualcosa di nuovo ad ogni volger di pagina. L’odio si aggira infido lungo tutto il racconto. Ma l’amore, il sentimento d’amore può avere posto in questa tragica storia? Vedremo…

Per I racconti del giallo ecco Capsicum di Marco Marinoni.

Una morte. Quella di Elena Cipressi, trentasette anni, dovuta ad un vasto edema polmonare. Stava prendendo un integratore a base di capsaicina che potrebbe avere provocato la sua dipartita. O no? Anche perché le tracce sul lenzuolo indicano chiaramente che non era stata sola. E poi sono spariti gioielli e un suo diario. Lavoro per il commissario Di Vincenzo. I sospettati sono diversi tra cui qualcuno che viene, però, ucciso. Allora ci vuole proprio una Sfinge che parli al commissario…Bella lettura senza tanti fronzoli.

Per La storia del premio Tedeschi si ricordano i vincitori degli anni 1986,87 e 88: Nino Filastò, Domizia Drinna e Giorgio Bert.