Stavros di Sophia Mavroudis, edizioni e/o 2022.

Il commissario della Polizia di Atene Stavros Nikopolidis è alto e robusto, folta capigliatura scura, grandi occhi neri, naso leggermente aquilino e bocca carnosa. I nonni hanno subito una deportazione e il padre è stato incarcerato e torturato dal regime dei colonnelli. Dieci anni fa si era aggiunta un’altra tragedia. Un eminente professore era stato sgozzato negli scavi archeologici proprio nel cuore di Atene, mentre la bella moglie Elena, responsabile dei suddetti scavi, era sparita insieme ad un frammento del Partenone riportato alla luce. Ora nello stesso posto viene ritrovato il cadavere di un archeologo ed è scomparso un altro pezzo del fregio del Partenone, ovvero una vecchia moneta con incisa una civetta simbolo di Athena. Rudolf, un tempo suo amico e poi peggior nemico, è tornato…

Dopo il primo episodio, entrato in una crisi profonda, era stato estromesso dalle indagini dal superiore Anastasios Livanos che ora, invece, gli affida il caso. La caccia ha inizio…

Al centro della storia Stavros con l’ouzo, il tavli, le sigarette Karelia, la cucina greca, la passione per i poeti, soprattutto per Konstantinos Kavafis, i ricordi tormentati del padre, l’amore per il figlio decenne Yannis, affiancato da fedeli colleghi come la bella, forte e determinata Dora, l’hacker Eugénios, l’albanese Nikos e confortato dall’amica Matoula proprietaria di un bar dal passato oscuro. In una Grecia dilaniata da una  crisi economica e sfruttata da potenze straniere, ormai luogo di ogni crimine, rapine, riciclaggio di denaro sporco, compravendita di opere d’arte, prostituzione e bordelli. In cui non manca la mano di qualche pezzo grosso politico.

Una lotta lunga e difficile punteggiata da scontri, anche culturali, con l’ambivalente Livanos, da continui pensieri e tormenti insieme a movimento, azione, pericolo, rabbia e forte determinazione.

Un bell’impasto thriller-noir.