Parlare di Sherlock Holmes proprio in questa rubrica è come portare la corda in casa del boia (o dell’impiccato? Con i proverbi non sono mai andato d’accordo. Comunque scegliete voi…). Non c’è molto da dire. Anzi, da parte mia proprio nulla. Se non che ho trovato (sempre nelle solite e a questo punto uggiose  librerie di Siena) un libriccino di Arthur Conan Doyle L’impareggiabile Sherlock Holmes, Passigli editore 2007, che raccoglie tre noti racconti della celebre coppia Holmes-Watson. Farò finta che qualcuno di voi non li conosca o che non se li ricordi e ve li presento.

Partiamo dal primo: Un caso di identità.

Si apre con un dialogo tra Holmes e Watson. Il primo è convinto che “la vita è infinitamente più strana di qualsiasi cosa la mente dell’uomo possa inventare”. Il secondo dell’opposto. Poi si arriva ai regali, una splendida tabacchiera di oro antico e un notevole brillante ricevuti dal re di Boemia e dalla famiglia regnante di Olanda a dimostrazione delle sue indiscusse capacità di detective. Di Holmes, naturalmente. Arriva la signorina Sutherland, una giovane piuttosto in carne con gli occhiali che racconta la sua storia. Il signor Hosmer Angels, con il quale si è fidanzata e con il quale si doveva sposare, è sparito proprio dalla carrozza sulla quale (scusate l’uso ripetitivo del pronome relativo ma non ho voglia di cambiare la frase) era salito per recarsi alla cerimonia. Vive con la madre ed ha un patrigno, il signor Windibank che è sempre in giro per lavoro. Ha una piccola rendita derivata da un lascito di uno zio. Questo Hosmer era molto timido e si faceva vedere solo la sera. Le ha lasciato delle lettere scritte a macchina. Perfino  la firma. Arriva poi Windibank che si scusa per il disturbo arrecatogli dalla sua figlioccia e si rammarica del fatto che si è imbarcato in spese inutili

perché è impossibile ritrovare questo Hosmer Angel. Ma Holmes, naturalmente, è di parere contrario…

Passiamo al secondo: L’uomo dal labbro storto.

Anche in questo racconto c’è qualcuno che sparisce. Trattasi di Isaiah Whitney che, secondo sua moglie Kate, manca da casa due giorni. Ella si è recata dal dottor Watson (conosce la sua dolce metà) per avere conforto ed aiuto. Il dottore parte in carrozza verso una fumeria dell’oppio dove di solito Isaiah andava a fumare (eh sì, aveva questo brutto vizio). E qui lo trova, ma trova anche Holmes che lo invita ad andare con lui per risolvere un caso molto interessante. Alcuni anni fa un certo Neville St.Clair si stabilì a Lee comprando villa e terreni. Sembrava molto ricco. Sposò la figlia di un fabbricante di birra ed ebbe due bambini. Lunedì scorso si recò in città più presto del solito e lì andò anche la moglie per ritirare un pacchetto di considerevole valore come aveva letto in un telegramma. Mentre passava per una strada vide suo marito che la guardava da una finestra (senza cravatta e senza colletto) e poi si ritirava in tutta fretta. La finestra della casa altro non era che quella della fumeria d’oppio. La signora cercò di entrare ma fu respinta. Allora ritornò con la polizia ma non fu trovata traccia di suo marito. Solo il dono che le aveva promesso di portare a casa, alcune tracce di sangue sul davanzale e sul pavimento e tutti i suoi abiti ad eccezione della giacca. Un bel mistero…

In questo racconto troviamo anche la celebre frase sulle donne “Ne ho viste troppe per non sapere che le impressioni di un a donna hanno spesso più valore di un ragionamento analitico” che la dice lunga sulla più o meno vera misoginia del Nostro. A tale proposito, per saperne di più, consiglio la lettura dell’articolo “Disanima del canone” di

Enrico Solito in “Sherlock Magazine” n°7. 

 

Finiamo con il terzo: Il nobile scapolo.

Praticamente si tratta del “matrimonio di lord St.Simon e la sua impensata conclusione”. Questo lord deve sposarsi con Hatty Doran figlia di un milionario (oggi farebbe ridere) della California. Senonché la sposa sparisce durante il banchetto nuziale! Unico particolare di un certo interesse riferito a Holmes dallo stesso Robert St.Simon è che, mentre in chiesa si avviano verso la sacrestia, le cade di mano il mazzo di fiori. E poi c’è una certa Flora Millar che suscita un vespaio… Insomma leggeteli o rileggeteli che è sempre un piacere!

 

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