Nuova gestione delle collane indicate nel titolo con Franco Forte (ricordo il suo recente “Il segno dell’untore”, Mondadori 2012, qui www.sherlockmagazine.it/rubriche/4608/). Parto dal Giallo Mondadori: formato più grande (finalmente sembra un libro vero), titoli appetitosi (ci vedo soprattutto lo zampino di Mauro Boncompagni), inserimento nella rubrica “I racconti del giallo” di  di autori italiani per ora piuttosto interessanti e alcuni veramente buoni, per esempio ultimamente  “Datteri, seta e polvere nera” di Marco Philip Massai e “La signora delle Storie” di Andrea Franco, estrema varietà di copertine che mettono in risalto tutte le potenzialità di questo genere di narrativa.

Anche per “Segretissimo”  il nuovo formato, copertina nera a stabilire il proprio humus, ottimo il ritorno della saga del Professionista di Stefano Di Marino. Sulla grafica riporto, però, le mie perplessità come già scritto nel Forum di “Thriller Magazine”: “Vorrei dire una cosa seria sulle copertine della spy-story che vedo immancabilmente addobbate con avvenenti e discinte fanciulle che imbracciano mitra o robe similari. Non faccio il discorso ormai logoro sullo sfruttamento del corpo femminile che qui a mio avviso non c’entra un fico secco. Ne faccio un discorso di una ripetitività alla fin fine noiosa e limitativa di un genere che ha molti altri aspetti interessanti da mettere in rilievo. Già c’è il colore nero a stabilire un certo tipo di narrativa. Perché restringerlo ancora di più e condizionarlo con una serie infinita dello stesso “oggetto”? Scusate ma per me diventa quasi una palla. Ci vorrebbe più fantasia, più spigliatezza, come succede nel giallo Mondadori che presenta una inesauribile varietà di soggetti. Non è polemica la mia ma un desiderio che viene dal cuore”.

Questa “fissazione”, in definitiva, mi pare uno svilire le molteplici possibilità e proposte della spy-story, come quando, al posto delle ragazze armate, arriva il solito soldato combattente, o l’eroe del momento, munito di artiglieria. Così si mette in rilievo solo l’aspetto “militare” con un pizzico di machismo esagerato, mentre il racconto di spionaggio è anche suspense, tradimento, segreto, fascinazione…

Non si comprano i libri, certo, per la copertina, ma questa ripetitività continua e ostinata tende, a mio avviso, a restringere il campo dei lettori piuttosto che  ad allargarlo. Contento se qualcuno mi risponde o, al limite, se riflette su quello che ho scritto.

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it