(“Mysterious Affair at Styles”, 1920), e si vuole continui fino ai primi anni Trenta. Ma, trattandosi di date convenzionali, vanno considerate come indicative piuttosto che assolute.   Fin dai primi del secolo la diffusione del romanzo poliziesco aveva iniziato a raggiungere livelli insperati; durante questi anni la crescita del fenomeno si sviluppò su scala mondiale, tanto che nacquero case editrici, nonché collane, specializzate in letteratura poliziesca….assolutamente neanche paragonabile a quanto accaduto prima di allora. In questo mercato, quanto mai favorevole, proliferarono moltissimi talenti ma alcuni di loro furono degli autentici Maestri e impressero il loro nome nella storia del Romanzo Giallo: Edgar Wallace (1875-1932), scrittore di grande inventiva, gran talento naturale di narratore,  una vita densa di esperienze fin da giovane  lo conduce a 25 anni a trovarsi  corrispondente al fronte durante la Guerra contro i Boeri. Inizia a scrivere all’ età di 30 anni quando esordisce con “The Four Just Men”(1905) cui faranno seguito nell’arco di 27 anni oltre 170 romanzi, innumerevoli racconti oltre a commedie per il teatro e soggetti per il cinema. Fu un vero e proprio autore di Best Seller antelitteram, fantasioso e brillante,componeva di getto usando un magnetofono per poi passare i nastri alle segretarie che trascrivevano. Non  prediligeva  i personaggi fissi, salvo poche eccezioni, né l’indagine scientifica a prova di logica e deduzione, si concentrava piuttosto sulla vicenda pura, sull’avventura e il colpo di scena, e lo faceva con l’efficacia del grande narratore.Agatha Christie (1891-1976), unanimemente acclamata “Regina del Giallo” si dilettò a scrivere una media di due romanzi all’anno per circa 50 anni, dopo aver dato vita per scommessa, in un paesino di nome Styles St Mary di quel lontano 1920 a quel “piccolo investigatore belga”, destinato a divenire ben presto una celebrità. Scrisse per il teatro con grande successo. Metodica e costante definiva la sua attività di scrittrice come “la mia fabbrica di salsicce” Oltre ad aver creato Hercule Poirot e miss Jane Marple, Parker Pyne e i coniugi Beresford, scrisse anche molti romanzi senza personaggio fisso, soprattutto nella seconda metà della sua carriera. Fu insignita del titolo di “Dama” dell’ Impero Britannico per meriti letterari. Nelle sue storie ambientate in un Inghilterra rurale, il delitto si nasconde spesso tra piccoli e curati giardini all’inglese in tipici villaggi di provincia, dove tutto richiama alla mente un passato di severi costumi vittoriani e un presente di serenità bucolica. Ma il Male, insito nella natura umana, è sempre in agguato.Propugnatrice convinta della “sfida al lettore” le sue opere rientrano per definizione nel genere logico-deduttivo avendone raggiunto l’apice dell’espressione. Dorothy Sayers (1893-1957), una laurea in letteratura medievale a Oxford, poetessa, commediografa, saggista, autrice di una monumentale traduzione in Inglese della Divina Commedia, autrice “colta” di gialli che cercò di portare a un più elevato valore letterario, fu la creatrice di uno dei più raffinati e originali investigatori dilettanti, Lord Peter Wimsey, che venne presentato al pubblico nel suo romanzo poliziesco d’esordio: “Whose Body” (1923).Il suo stile combina elementi del romanzo d’avventura con quelli del puzzle logico-deduttivo, tendendo sempre a mantenere uno spiccato realismo tanto nelle ambientazioni  quanto nei caratteri e nella psicologia dei personaggi.Fu anche autrice di un saggio fondamentale sul romanzo poliziesco: The Omnibus of crime (1929). Willard Huntington Wright (1888-1939), una laurea a Harward, giornalista, critico d’arte, saggista, sotto lo pseudonimo di S.S. Van Dine creò il personaggio americano di Philo Vance, (“La strana morte del signor Benson”) un’investigatore dilettante dai modi raffinati e aristocratici, studioso colto e dotato di un’ intelligenza fuori dal comune. La sua saga si sviluppa nell’arco di 12 romanzi riscuotendo un enorme successo di pubblico e di critica. La formula è quella del romanzo enigma, una sfida intellettuale con il lettore, ma senza tralasciare un elemento fondamentale della narrazione: la componente emotiva. Fu anche studioso del poliziesco come genere letterario ed autore di un decalogo di 20 regole per il giallo d’autore pubblicato nel 1929 su American Magazine. Accanto a loro altri furono molto più che onesti artigiani, e contribuirono con notevole talento, anche se in misura minore, alla diffusione del Genere in quegli anni. Tra questi: Eden Phillpotts (1862-1960), talento poliedrico quanto prolifico, poeta, narratore, autore di saggi e di teatro, pubblica nel 1921 “The Gray Room” che riscuote subito un grande successo; dà vita a due personaggi fissi l’ Ispettore Ringrose  e l’ Ispettore Midwinter, quest’ultimo protagonista dei romanzi firmati con lo pseudonimo di Harrington Hext.  Freeman Wills Croft (1879-1937), ingegnere capo delle ferrovie inglesi, creatore dell’ Ispettore French, pubblica il primo romanzo nel 1920 (“The Cask”) cui fanno seguito numerosi altri sempre del genere logico-deduttivo con complicati alibi da smontare che alla fine si rivelano puntualmente falsi. Henry Cristopher Bailey (1878-1961), autore di romanzi storici, ideatore di  Mr Fortune e dell’ Avv. Clunk appartiene a coloro i quali prediligono l’indizio psicologico e intuitivo a quello materiale, pubblica nel 1920 “Call Mr Fortune”, in cui vede la luce il suo simpatico medico-investigatore. Antony Berkeley Cox (1893-1970), giornalista, scrittore, autore di saggi sociali, debuttò, senza firmarsi, nel 1925 con “The Layton Court Mistery” tipico esempio di delitto della camera chiusa. Ancora un decalogo di regole sulla scrittura del giallo ci arriva da Mons. Ronald Arbuthnott Knox (1888-1957) che compilò la sua serie di dieci  precetti ai quali avrebbe dovuto restar fedele un autore di Mystery.  Questa tendenza alla codifica deriva direttamente dalla natura del Genere stesso, inteso come sfida alla logica e alla capacità di deduzione del lettore e pertanto necessariamente sottoposto ad una doverosa e rigorosa onestà e lealtà di esposizione. Verso la fine degli anni ’30 inizia la crisi del giallo classico, dovuta soprattutto al mutare dei tempi, delle tecniche di investigazione e dall’ evoluzione della criminalità su scala ben più vasta e dei metodi adottati. Lo strumento logico-deduttivo non è più sufficiente, da solo, a scoprire il colpevole e dunque quel tipo di schema narrativo inizia a soffrire di un certo anacronismo rispetto al mondo reale. Come logica conseguenza si sviluppa e prende piede il Poliziesco d’azione o Giallo Realistico.