Con la pubblicazione dell’Oscar Mondadori che contiene le prime tre storie della sua saga e con l’approssimarsi del numero 100 il personaggio di Julia, creato da Giancarlo Berardi nell’ormai quasi lontano 1998, ha avuto per molti la sua consacrazione definitiva nell’immaginario e nella casa editrice Bonelli, che fino ad un certo punto sembrava snobbare i personaggi femminili come protagoniste assolute di serie di fumetti.

In casa Bonelli c’è stata Legs Weaver, nata come spin-off del fantascientifico Nathan Never, un fumetto d’azione che strizzava l’occhio ai manga giapponesi e ai classici della fantascienza introducendo anche discorsi delicati (omosessualità femminile, malattia mentale…) ma che non ha saputo, sia pure in diversi anni di pubblicazione, crearsi un pubblico di affezionati e appassionati come ha fatto Julia. Sempre in casa Bonelli c’è Gea, ultima creatura di Luca Enoch, gradevolissima saga fantasy apocalittica che può ricordare e i manga di nuovo e i telefilm alla Buffy, ma che per sue caratteristiche peculiari (esce due

volte all’anno ed è già predestinata ad esaurirsi) non ha ispirato l’affetto e la dipendenza che invece ha portato con sé Julia.

Julia è stata inventata da Giancarlo Berardi, già autore di Ken Parker, per riempire il vuoto creatosi con un’opera di genere giallo poliziesco che mancava in casa Bonelli dopo la chiusura della sua precedente opera. Gli elementi di interesse sono tanti, legati anche al genere scelto, ma non solo.

La scelta di una protagonista femminile, ricalcata sull’attrice preferita di Berardi, Audrey Hepburn, è indubbiamente un elemento di rottura: la donna non è più né una comprimaria, né una bambola tutto sesso, né una super eroina, ma un personaggio tutto sommato normale, in cui molte lettrici possono riconoscersi. Julia Kendall svolge la professione di docente di criminologia presso l’Università e di consulente per la polizia nell’immaginaria cittadina americana di Garden City, dove come nella Cabot Cove de La Signora in Giallo, il numero di reati sembra man mano salire, senza contare che la nostra protagonista gira comunque per gli Stati Uniti e non solo.

Al suo fianco c’è il tenente della polizia Alan Webb, con il quale Julia ha continui scontri (non passa numero senza che questo succeda!) per visioni spesso contrastanti su come andrebbero trattati i criminali: a Julia, per indole e preparazione, interessa capire il perché di certi comportamenti anche in relazione all’ambiente in cui certe cose maturano, mentre Webb ha una visione più rigida della vita e dei comportamenti. Webb, da molti considerato l’anima gemella di Julia (che per vari motivi è single come molte sue lettrici) è affiancato dal burbero e sovrappeso Ben Irving ed è sotto il comando di Clyde Carter, sessantenne di colore molto simile nei tratti a Morgan Freeman.

Julia riceve i suoi casi da Michael H. Robson, il procuratore della contea inviso a Webb per i suoi legami politici, e spesso chiede l’aiuto di Leo Baxter, investigatore privato con il quale non è mai nata una storia sentimentale vera e propria per svariati motivi, non ultimo la timidezza a dichiararsi di lui.

A casa, una deliziosa villetta antica appartenente alla sua famiglia, Julia vive da sola ma non è sola. Ad occuparsi di lei c’è l’energica governante di colore Emily Jones, ex militante delle Pantere Nere, sempre pronta a criticare tutto il sistema, pluridivorziata con vari figli tra cui il genietto informatico Luther che aiuta in diverse occasioni Julia. Come molte single di oggi del mondo non cartaceo, Julia ha anche un gatto, anzi una gatta, la deliziosa persiana bianca Toni alla quale sono affidate spesso parentesi divertenti.

Julia Kendall ha perso i genitori in un incidente d’auto quando era piccolissima. A lei e a sua sorella Norma, più giovane di lei, fotomodella con problemi di tossicodipendenza, hanno badato i nonni. Il nonno Walter, archeologo, è morto anche lui ed è rimasta nonna Lilian, che Julia va spesso a trovare nel pensionato per anziani in cui si è ritirata.

Nei quasi cento numeri della sua storia Julia ha indagato su delitti di ogni genere, dalle truffe alle rapine, dai serial killer ai maniaci delle chat su Internet, dalle sette ai drammi familiari, portando man mano il suo lettore nei meandri dell’animo umano e della nostra società.

Le storie di Julia sono estremamente attuali: si parla di indagini realizzate con i metodi contemporanei del Vicap, il profilo psicologico messo a punto dall’FBI, ma anche di guerra in Iraq e di terrorismo, dell’uso ed abuso delle nuove tecnologie e di tutto quello che fa parte del mondo di oggi, non solo negli Stati Uniti anche se l’immaginario di riferimento principale è quello del cinema, dei romanzi e dei telefilm d’oltreoceano.

Il caso di partenza di Julia nella serie regolare è stato quello di Myrna Harrod, serial killer attratta morbosamente da lei (c’è stata qualche protesa presto rientrata di lettori omosessuali) che è tornata come nemesi in vari momenti della sua storia, ma poi man mano si sono aggiunte altre vicende ed indagini, coinvolgenti pazzi metropolitani, tragedie familiari, ricordi di fatti passati e mai dimenticati, ricatti, assassini insospettabili o feriti da guerre lontane. Le avventure di Julia si rifanno a volte a cose già viste, ma in maniera sempre originale ed interessante, mettendo il dito nella piaga di problemi con i quali la società si è ormai stancamente abituata a convivere ma che spesso esplodono in tutta la loro drammaticità.

Parallelamente nelle storie pubblicate sull’Almanacco del Giallo si indaga sulla giovinezza e i primi passi nella carriera di criminologa di Julia, con toni nostalgici per i primi anni Novanta ma con non sempre storie all’altezza di quelle della serie regolare, completate però da interessanti articoli sul genere giallo e poliziesco.

Tra i lettori di Julia risultano molto numerose le lettrici, fatto considerato ancora di recente insolito, visto che non si pensava che i fumetti potessero interessare più di tanto le donne e le ragazze. Questo era vero comunque una volta più di oggi, dove l’altra metà del cielo, sull’onda di quello che avviene altrove, primo fra tutti in Giappone, si è avvicinata al mondo delle nuvole parlanti. Resta il fatto che comunque il fumetto di Julia ha conquistato molto le donne, ed i motivi vanno oltre il fatto che può essere diventata una moda leggere fumetti.