Ho letto La città delle ossa di Michael Connolly edito dalla Piemme nel 2006. Come? Solo ora? Perché non l’ho letto prima? Perché lo avevo acquistato e messo da parte per sorseggiarmelo in santa pace nei momenti di relax. Solo che questi momenti si sono fatti attendere. E poi…e poi me ne sono dimenticato. Fino a ritrovarmelo praticamente fra le mani mentre cercavo tutt’altra cosa. Credo che sia capitato a tutti. Almeno a quelli che hanno la testa fra le nuvole come il sottoscritto.

Scarno riassunto: su una collina vengono trovati resti di ossa di un ragazzo dai dieci ai tredici anni che presentano numerose fratture e traumi causati probabilmente da maltrattamenti. E’ presente addirittura una trapanazione al cranio. La morte probabile conseguenza di un colpo inferto con un oggetto contundente come una mazza da baseball. Viene trovato anche uno zaino pieno di vestiti. Il decesso risale a circa venti o venticinque anni. Il caso è affidato a Harry Bosch. E’ sospettato Nicholas Trent che ha molestato un ragazzo di nove anni nel 1966. Trent viene trovato morto “Trovò Trent nella doccia del bagno adiacente alla sua camera da letto: Aveva legate due corde da bucato al tubo della doccia in modo da formare un nodo scorsoio, poi, infilando il collo nel nodo, si era lasciato cadere con tutto il suo peso morendo asfissiato”. Ha lasciato del denaro a diversi enti di beneficenza che si occupano di bambini in difficoltà. Si scopre l’identità del ragazzo morto. Incontro con la sorella e la madre. Storia pietosa di soprusi e sofferenze (madre picchiata dal marito, poi fuggita di casa). Il vicecapo Irving desidera risolvere il caso alla svelta. L’omicida per lui è Trent che si è tolto la vita quando è stato scoperto. Bosch non ci crede e l’indagine continua…

Ma chi è Harry Bosch? Orfano di padre a undici anni, seguito con amore dalla madre, segue il basket professionista e ha la passione per il jazz. Vecchia relazione con Teresa Corazon, medico legale della contea con la quale ha difficili rapporti. Dirige tutti come un generale, forte e sbrigativo “Bosch allungò una mano e lo afferrò per la pettorina del

grembiule, trascinandolo di forza fuori dal camioncino. L’uomo atterrò in piedi, ma dovette muovere qualche passo per evitare di cadere”. Ogni tanto ripensa al passato e riflette “Si chinò e si gettò dell’acqua fredda sul viso e sugli occhi. Chissà perché, gli venne in mente il battesimo. Pensò che la vita offriva a volte delle nuove possibilità, una sorta di rinnovamento”. Conosce i lati oscuri del mestiere “Si sguazzava in una fogna giorno dopo giorno con la sensazione che al mondo non ci fosse altro. Ecco perché non sarebbe più tornato al lavoro di pattuglia”. Ha una nuova relazione con una agente, la recluta Julia Brasher ma anche qui non smette di almanaccare “Più tardi, mentre lei era sdraiata a faccia in giù sul suo letto, seguendo con un dito il contorno del sole fiammeggiante tatuato nella parte bassa della schiena Bosch pensò che la sentiva vicina ed estranea al tempo stesso. Non sapeva niente di lei. Al pari del suo tatuaggio, c’era in lei qualcosa di sorprendente, da qualsiasi prospettiva la si guardasse”. E’ stato nell’esercito, ha partecipato alla guerra in Vietnam. Anche lui aveva dei tatuaggi ma glieli hanno fatto togliere tra cui una scritta “Tieni duro” che aveva visto stampata sulle dita dei pescatori di San Pedro. Ha anche un paio di cicatrici sopra il fianco sinistro e su una spalla dovute ad una coltellata e ad un proiettile. Con lei cerca di entrare in un contatto più profondo. Si confida “C’è una donna che mi ha spezzato il cuore per ben due volte. E vuoi sapere una cosa? Ho tenuto la sua foto su uno scaffale del soggiorno per un sacco di tempo. A Capodanno ho deciso che poteva bastare e così l’ho tolta”. Per quanto riguarda la fede, su insistenza del dottor William Golliher “Io ce l’ho la fede, e ho anche una missione. Credo fermamente che niente capiti per caso. Che quelle ossa siano sbucate dal terreno per una ragione precisa. Forse erano un messaggio per me, una richiesta di intervento. E’ questo che mi dà forza e mi permette di andare avanti. Ed è ugualmente invisibile ai raggi X”. E riesce con la sua caparbietà, con la sua forza interiore, con la sua onestà, anche andando contro alla stessa polizia, a risolvere il caso. Il tutto espresso in una prosa secca, asciutta. Terribile. Sia del detto che del non detto.