Codice Giallo è la nuova collana diretta dalla scrittrice e giallista Claudia Salvatori. Nella nuova collana saranno pubblicati libri di autori italiani contemporanei affiancati da operazioni culturali specifiche. I primi due titoli della serie sono: La tipografia dei due orsi di Ezio d’Errico a cura della stessa Salvatori e Storie Gialle Rosa e Nere di Carolina Invernizio a cura di Riccardo Reim. Di prossima uscita, udite udite: La sparizione del violino e altri misteri (un'avventura genovese di Sherlock Holmes), di Giovanni Giaccone. Staremo a vedere di che si tratta...

Storie gialle rosa e nere di Carolina Invernizio.  Indiscussa regina per circa mezzo secolo del nostrano romanzo  d’appendice (chi non ricorda almeno Il bacio d’una morta o La sepolta  viva?…), Carolina Invernizio, con le sue sensazionali vicende di  “peccato, perdizione e delitto” - più o meno spruzzate, a seconda dei  casi, di ‘giallo’, di ‘nero’ o di ‘rosa’ - fu tra i primissimi ad  avventurarsi sulla scena del “proto-thriller”

all’italiana, attingendo con innegabile fiuto al feuilleton d’oltralpe e alla  cronaca scandalistico-giudiziaria del tempo, in un accumulo di  effetti kitsch spesso involontariamente comici ma anche  paradossalmente geniali…  I racconti qui riproposti da Riccardo Reim sono davvero delle  ‘chicche’ esemplari da leggere con franco divertimento e - perché no?  -  con curiosità e passione, alla riscoperta di una scrittrice che  come pochi altri volle e seppe essere davvero “popolare”.

Riccardo Reim  nato a Roma nel 1953, dove vive. Scrittore e regista,  oggi considerato uno dei più prestigiosi uomini di spettacolo della  sua generazione.

Ha pubblicato numerosi libri di saggistica, narrativa e teatro, fra cui Una questione diversa (Lerici 1978),  Pratiche innominabili (Mazzotta, 1979), Lettere libertine  (Pellicanolibri 1983), Nero per signora (Editori Riuniti 1986, nuova  ed. 2006), L’Italia dei Misteri (Editori Riuniti 1989), Controcanto  (Armando 1993), I grandi romanzi gotici (Newton Compton 1993), I  mignotti (Castelvecchi 1997, nuova ed. Mare Nero 2002), La Parigi di  Zola (Editori Riuniti 2001), Il corpo della Musa (Editori Riuniti  2002), I più bei racconti d’amore dell’Ottocento italiano (Newton  Compton 2003. Ha tradotto dall’inglese e dal francese opere di  Stevenson, Dickens, Stoker, Wilde, George Eliot, Thackeray, Voltaire,  Diderot, Sade, Zola. Di recente è uscito il volume-profilo a lui  dedicato, Riccardo Reim, di Daniele Bortoletti, con un saggio  introduttivo di Tullio De Mauro (Coniglio 2006).

La tipografia dei due orsi di Ezio d’Errico. In una Parigi simenoniana e un po’ nebbiosa lavorano a pieno ritmo  due tipografie rivali, rappresentanti di due epoche e due culture. I  ricchi e snob Davin sono gli artisti della stampa e della grafica,  aperti ai movimenti d’avanguardia e al surrealismo. Gli umili  artigiani Momòro, che compongono ancora manualmente, ignorano invece  i ritrovati del progresso. Ma il delitto, si sa, è antico come il  mondo; ed è fra i loro scatoloni da imballaggio che, un mattino,  viene ritrovato un cadavere. Indaga il commissario Emilio Richard, capo della Seconda Brigata  Mobile della Sûreté, un Maigret nutrito di umori italiani, dotato di  una “spalla”, l’ispettore Harpe, e di una sorella single di nome  Genoveffa. In una capitale francese celebre per il suo folklore malavitoso e  le sue fascinose atmosfere, fra anarchici e sette segrete, fra  sorprese e colpi di scena, il commissario affronterà il killer, il  misterioso uomo dalla faccia verde, e soprattutto il suo mandante, un  temibile Genio del Male celato sotto le vesti di un uomo qualunque. Un romanzo apparso nel 1942 nella collana I romanzi della palma  di Mondadori, che conserva intatta tutta la sua freschezza e  godibilità di lettura.

Ezio d’Errico (1892-1972), autore versatile e poliedrico, ha  sperimentato ogni forma d’espressione e ogni genere letterario. Ha  scritto numerosi romanzi (fra cui il ciclo di gialli che ha per  protagonista il commissario Richard) e racconti, radiogrammi e  sceneggiature cinematografiche, e una trentina di testi teatrali, fra  cui La sei giorni, messo in scena da Giorgio Strehler nel 1953. È  stato anche pittore, grafico e fotografo, nonché direttore delle  riviste Giallo e Crimen. Claudia Salvatori ha scritto undici romanzi ed è sceneggiatrice di  fumetti e di cinema. Suoi racconti sono usciti su numerose antologie  e riviste. Ha vinto sia il premio Tedeschi (Più tardi da Amelia, 1985), che il premio Scerbanenco (Sublime anima di donna, 2001), i massimi riconoscimenti italiani nel genere giallo e noir.