Copertina colorata (giallo, rosso, bianco, blu, verde), allegra, giovane su vespa gial

la con bella ragazza dietro. In quarta ancora gnocca di ragazza di spalle che ti guarda di traverso e cinque entusiasti (dico cinque!) giudizi sull’autore. Ed ecco a voi  Niente baci alla francese di Paolo Roversi, Mursia 2007.

“ 7 dicembre. La Prima della Scala di Milano viene interrotta da un blackout. Nel buio che avvolge la città muore il sindaco. Poche ore dopo anche il primo cittadino di Parigi viene trovato senza vita. Due cadaveri eccellenti, un’indagine rompicapo per il vicequestore Loris Sebastiani e per Enrico Radeschi, giornalista free lance e hacker. Computer criptati, squatter, politica e interessi economici si intrecciano in una trama dove i colpi di scena si susseguono senza sosta. Corre Radeschi tra Milano e Parigi sulle tracce degli assassini. Corre Radeschi per salvare la sua vita e scoprire la verità”.

E allora vediamolo questo Enrico Radeschi “Trentadue anni, giornalista freelance, viveva di collaborazioni e salti mortali per arrivare alla fine del mese. Lui e il suo Labrador Buck erano condannati alla miseria cronica, al punto che, per sopperire ai periodi più difficili, si era inventato una seconda professione”. Consulente tecnico per una piccola, anzi “minusco

la” casa editrice. Visto dai presenti di una promozione letteraria “…un ragazzo dall’aria trasandata vestito come Dylan Dog, con un pizzetto mal curato e un paio di occhiali dalla montatura nera stile giovane Kennedy”. Abbigliamento “Clarks marroni ai piedi, jeans scoloriti, giacca nera con tasche ricolme di fogli di matita, camicia azzurra fuori dai pantaloni”. Vive, respira e si nutre solo di cronaca nera. Lavora al “Corriere” sotto

il caporedattore Beppe Calzolari. Odia il sushi, il pesce crudo, le salse,

il rafano, le bacchette e il sakè. “A lui il Sol Levante faceva schifo”. Fuma sigarette che si arrotola da solo con tabacco Amsterdam “una miscela dal vago sapore di ciocco

lato che faceva arrivare appositamente dalla frontiera”. Obbiettore di coscienza, pacifista, progressista. Porta con sé un Taser, una specie di arma che sprigiona una scossa tremenda. Pieno di “aggeggi”: cellulare e computer insieme “con tanto di GPS integrato per non smarrire mai la retta via”, rubrica fornitissima, duemila canzoni a disposizione, navigazione in internet. Manca solo l’uso del gabinetto. Paolo Conte cantante preferito ma si becca spesso anche Alan Sorrenti. Se la cava in cucina mettendo a frutto le ricette di Pepe Carvalho, Nero Wolfe, Manuel Vásquez Montalbán e Rex Stout. Beve vino e birra. Ex fidanzata Cristina. Fissato di essere seguito da qualcuno. Non crede in niente, “un nichilista da competizione”. Al massimo sa dare un senso alla giornata. L’aereo lo terrorizza,

la nave pure. Salvato da Hemingway (non chiedete spiegazioni).

Suo aiutante Diego Fuster, un giovane studente di giornalismo alto, magro, capelli biondi chiarissimi tagliati a spazzola. Occhi verdi e faccia senza un pelo. Praticamente

il suo pungolo morale.

Altro personaggio interessante è il vicequestore Loris Sebastiani “un bell’uomo sul

la quarantina, brizzolato, sempre in giacca e cravatta. Sbirro tutto d’un pezzo, donnaiolo inveterato e grande esperto di vini”. O meglio “Un bastardo con la pistola,

la passione inveterata per il Toscanello e il Pampero riserva: ecco cos’era Loris Sebastiani”. Lasciato dalla moglie.

Un bel furbetto questo Paolo Roversi che ha la faccia da Topo Gigio smaliziato (c’è pure una sua fotografia). Stile fresco e accattivante, vespa che fa un pò chic giovan

ile, il suo Enrico Radeschi disincantato e cinico amico della polizia, sessualmente attivo più che il giusto, giro turistico per Parigi con gratuita manipolazione di Beppe (pisello). Lesbiche, omosessuali, amanti urlatrici, giovani dei centri sociali. C’è tutto. Compresa

la solita citazione di Watson. Un bel furbetto davvero (detto in tono simpatico) questo Paolo Roversi.

E allora leggerlo o non leggerlo? Ma sì, leggetelo. Soprattutto dopo avere messo sullo stomaco uno di quei tremendi Mallopponi che vanno tanto di moda. Vi fa da digestivo.

 

P.S. Chiedo scusa. Non ce la faccio a trattenermi. Il mio lavoretto “Tra.

il Giallo e il Cavallo”, pubblicato sul sito dell’Orient Express”, dopo essere stato per alcune settimane nei primi cinque dei più scaricati (su una cinquantina di racconti, romanzi e robe varie), nel la settimana tra il 2 e l’8 dicembre è risultato il più scaricato, come da informazione pubblica del Direttore. Penso che questo piccolo successo lo debba anche a qualcuno di voi, dato che ve lo avevo fatto sapere proprio in articolo di questa rubrica. Vi ringrazio

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it