Dopo il flop del Predatore ritorna Kay Scarpetta ne Il libro dei morti di Patricia Cornwell, Mondadori 2007.

“Dopo l’ultimo, devastante caso che l’ha vista in azione in Florida, Kay Scarpetta decide che nella sua vita è giunto il momento di una svolta, non solo professionale. Si trasferisce così a Charleston, nel South Carolina, dove apre uno studio di patologia forense con l’irrinunciabile aiuto della nipote Lucy e del fidato Pete Marino. Proprio quando sembra prendere avvio una tranquilla esistenza nella routine della provincia americana, Kay è chiamata a Roma per collaborare con i carabinieri che investigano sull’orrenda fine di una giovane campionessa di tennis statunitense.

L’alone di mistero che circonda il delitto si infittisce al ritorno della dottoressa a Charleston, quando emergono angoscianti collegamenti tra il caso insoluto di Roma e quello di un bambino morto in seguito alle privazioni e ai maltrattamenti subiti. E a tutto ciò non sembra essere estranea un’antica nemica di Kay, la psichiatra Marylin Self…”.

Primo impatto del lettore con vittima in una vasca di ghiaccio e assassino che la tormenta.

Scarpetta chiamata a Roma per risolvere il caso della campionessa di tennis americana Drew Martin uccisa mentre si trova in vacanza a Roma. Il suo corpo è ritrovato nudo e mutilato nei pressi di piazza Navona. L’assassino le ha cavato gli occhi, ha riempito le orbite di sabbia e ha richiuso le palpebre con la colla. Dopo morta, non quando era in vita. Prime schermaglie con il capitano Poma (elegante, vanitoso e polemico) su alcuni termini usati da Scarpetta. Poi corte al ristorante con Benton Wesley, compagno di vita di Kay, visibilmente geloso. Aggiungo che la dottoressa Marilyn Self, la psichiatra più famosa del mondo, condannata per la testimonianza di Kay Scarpetta In è contatto via mail con Sandoman, l’assassino, combattente in Iraq dove ha subito traumi psicologici profondi.

Kay Scarpetta: vista dalla sua “nemica” Marilyn Self “ Tailleur nero gessato di azzurro, camicetta azzurra che fa sembrare ancor più azzurri gli occhi. Capelli biondi corti, pochissimo trucco”. Subito alle prese con la corte del capitano Poma (elegante, vanitoso, polemico e…profumato) che fa scattare la gelosia del suo compagno Benton Wesley (già detto). In realtà lo disprezza. Esperta in vini italiani sceglie, ad una cena, il Brunello di Montalcino Biondi santi del 1966 (mica scema). Acuta osservatrice “C’è qualcosa di tenero, di affettuoso nella posizione in cui l’ha messo”. Dal colloquio con Benton si viene a sapere che Kay ha avuto un incontro sessuale con uno più giovane di lei, perché pensava che lui fosse morto. Ritorno a Charleston con Pete Marino e Lucy. La quale Lucy ha una Ferrari e rapporti gay con Janet che non ne vuole sapere di sposarsi. Con la sua nipote e Rose ha messo a posto il nuovo ufficio “Per mesi hanno sverniciato, abbattuto pareti, sostituito finestre e tegole e girato per imprese funebri, ospedali e ristoranti alla ricerca di attrezzature di seconda mano”. Contrasti con Marino “aizzato” dalla bella Shandy Snook “Ti tratta come una merda. Per lei non sei nessuno. Ti usa come uno schiavo”. Kay lo trova cambiato. Non è più quello di prima. Lui si sfoga “Se ci penso, ero un bravo pugile, però non volevo ridurmi il cervello in pappa. Ho fatto il poliziotto a New York, ma poi mi sono stufato. Ho sposato Doris, che poi mi ha lasciato. Ho avuto un figlio psicopatico, che poi è morto. Adesso do la caccia a psicopatici di mestiere…A Richmond, quando io ero ispettore capo e tu dirigevi l’Istituto di medicina legale, andavamo d’accordo…Poi ti hanno licenziato e io me ne sono andato”. Ubriaco fradicio tenta pure di violentarla. Lo calma e lo mette a letto. In contrasto anche con Lucy che la trova troppo accentratrice “Hai bisogno di pensare che tutto dipenda da te e che tu possa aggiustare ogni cosa”. Ogni tanto ripensa al passato “Kay ricorda le lunghe passeggiate, la brezza salmastra e i tramonti ammirati dal balcone, e ripensa a quando tutto questo è finito. Rivede il cadavere che aveva creduto essere di Benton fra i resti dell’incendio, i suoi capelli grigi, le membra carbonizzate in mezzo al legno bruciato e alla cenere”. Premurosa con Rose che ha un cancro incurabile. Perfettamente a suo agio nel suo laboratorio.

La storia si sviluppa da diverse angolazioni. In corsivo quella dello psicopatico. Abbiamo Kay Scarpetta ormai tuttologa (sa proprio tutto di tutto), una tecnologia all’avanguardia, una serie di coincidenze al massimo livello, e una mancanza, almeno in parte, di brivido ( a me ha fatto questa impressione). Il tutto un po’ ingarbugliato. Un buon thriller deve essere complesso, complicato ma non “ingarbugliato”. Non so se mi spiego…Siamo sul viale del tramonto?

 

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