Ancora una antologia di racconti. Non ditemi che sono fissato. Vanno di moda. E per me va bene. Anzi benissimo. Soprattutto quando si mettono insieme due mie grandi passioni (oltre gli scacchi):  il giallo e  la storia. Come succede con History e Mystery - 24 storie di delitto e paura a cura di Gian Franco Orsi, Piemme 2008. Ventiquattro racconti e ventiquattro scrittori. Tutti italiani. Un sollucchero. Si parte dal contesto storico: fascismo,  presa di Roma del 1870, Repubblica napoletana, prima guerra mondiale e poi storie incasellate nell’anno Mille, nel Duecento, nel Quattrocento, nel Cinquecento, nel Settecento e ancora (diverse) nell’Ottocento (e avrò senz’altro saltato qualche secolo). Un gran bel ventaglio di Tempo.

Si passa poi ai personaggi. Se ne trovano di tutti i tipi. Anche di noti, importanti,  importantissimi: Stendhal, Ludovico Ariosto, Niccolò Machiavelli, Lucrezia Borgia e la sua “cantarella”, Ezzelino, Federico II, Matilde di Canossa, Giovanni Rucellai e Leon Battista Alberti, Alberto Magno e Tommaso d’Aquino e chi più ne ha più ne metta. E, con  il dovuto rispetto, perfino la Madonna (non è una battutaccia toscana).Si continua con le storie: Tarcisio Rocchetti è uno scrittore o un rapinatore che ha con sé trecentomila lire?,

Simonetta-Sissi vuole fare l’amore proprio con il Duce? Perché?, Chi è veramente il colonnello del regio esercito Edoardo Varone nel settembre del 1916 sull’Altopiano di Asiago? Chi ha ucciso un uomo davanti alla chiesa e portato via la santa reliquia della beata Prudenzia (un dito) ? Stendhal, sì proprio il grande scrittore francese, fu anche un assassino? Che cosa successe di preciso nello studio del noto pittore Guido Reni? E così via…

Dubbi, sesso, schifezze, brutalità, guerra, sangue, morte, tradimento, suicidio, magia, superstizione, ricerca storica e letteraria, riproposizione di vecchie diatribe (Bartolomeo de Las Casas contro Sepulveda, Cirillo contro Nestorio), svelamenti, colpi di scena, l’individuale che si mischia al sociale e viceversa.  Prosa ora leggera, ironica, evocativa, ora dura, cruda, brutale, spezzettata, lancinante. Chi la fa da padrone è il giallo classico con le sue osservazioni, deduzioni e controdeduzioni fino allo smascheramento del colpevole, ma non mancano atmosfere tipiche del thriller. Da sottolineare la potenza creativa di Claudia Salvatori con Figli di solo padre (e leggetevi pure Il demone di Velatri in “Toscana in giallo”),

la crudezza stilistica di Altieri e l’eleganza composta di Solito.

Una antologia colta. Ma sì, non dobbiamo avere paura di usare questo aggettivo che potrebbe apparire limitativo. Antologia colta, impreziosita da rimandi e citazioni storico-letterarie. Talvolta fin troppo erudita, eccessivamente minuziosa (si rischia di appesantire

il racconto vero e proprio). Quasi sempre coinvolgente. Eh sì, quando si mettono insieme

la storia e il giallo, è un gran bel leggere. Bello davvero.

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it