-Quando arrivai al Castello mi accorsi subito che c’era qualcosa di strano in quella Biblioteca. Innanzitutto l’opulenza del pranzo,che non era stato toccato,e questo non corrispondeva alla fama di epulone propria del Conte:un buongustaio come lui prima di morire non avrebbe fatto cucinare alla perfezione un’oca per poi non assaggiarla e lo stesso dicasi per il vino;e poi le sedie..

-Le sedie?

-Sì,quegli scranni pesanti accostati alla tavola: perché due e non una?E non appartenevano al mobilio della Biblioteca,ma avevano degli uguali nella Sala da Pranzo:in altre parole erano state spostate lì apposta.Perché?Ipotizzai perché il Conte fosse in attesa di qualcuno.Questo spiegava anche la finestra aperta.Anche alla luce della difficoltà di manovrare l’apertura del portone che era possibile tramite un marchingegno interno.Certo il Conte avrebbe potuto aprire lui il portone,ma in quel caso avrebbe esposto l’ospite misterioso ad occhi indiscreti all’interno del maniero.Quindi l’unica strada per entrare in casa senza passare dal portone era dal balcone a veranda e ciò spiegherebbe anche quelle macchie umide che trovai sul tappeto:esse non erano altro che le impronte del visitatore, impronte di scarpe bagnate dalla neve che in quel momento stava ancora cadendo.Da quel punto in poi si può solo ipotizzare perché si sia arrivati all’omicidio.

Arnesi ha confessato che fu il risultato di un accesso di ira, ma secondo me si è trattato di un omicidio premeditato.Ciò è testimoniato dalla cura con cui è stato architettato nelle sue fasi: innanzitutto ha versato di nascosto il barbiturico in uno dei due bicchieri di vetro verde i cui frammenti sono stati trovati vicino al tappeto,e dopo che il Conte è stramazzato a terra,lo ha sistemato a fatica sullo sgabello davanti al Molitor e gli ha sparato con una calibro 22.

Badi bene, Signor Questore, che il bordo della ferita alla tempia era netto e non presentava segni di bruciatura,cioè pur essendo stato fatto molto da vicino,tra la pistola e la tempia era stato interposto qualcosa,un cuscino, probabilmente posto sul divano,di cui trovammo qualche fiocco di lana,e che abbiamo trovato ieri in soffitta.Lo sparo sentito fu solo molto dopo, e questo probabilmente per ricavarsi un alibi, visto che era costretto a rimanere in casa.Alibi che era possibile solo ammettendo che l’assassino avesse un complice..il maggiordomo appunto.I 100 milioni testimoniano il prezzo del silenzio di Bontà,che non credo fosse complice sin dall’inizio,altrimenti del bicchiere,quello rotto,se ne sarebbe occupato lui e non avremmo trovato nulla.Invece,dovette accadere un imprevisto per cui il bicchiere che Arnesi aveva intenzione di far sparire in realtà si ruppe,ed ecco i cocci che lui cercò di far sparire..ma non tutti.Inoltre sparirono il secondo piatto e le posate:il primo fu scagliato in mezzo al giardino (noti che era di colore bianco e quindi facilmente occultabile in una grande distesa di neve bianca)e recuperato ieri dai nostri agenti indenne e con una meravigliosa impronta del pollice della mano destra dell’assassino che lo lanciò a mo’ di Frisby;le posate le aveva infilate nella tasca destra della giacca che indossava.L’assassino aveva predisposto il finto suicidio e l’avvelenamento,ma senza immaginare una situazione impossibile,in quanto egli avrebbe chiuso semplicemente la porta della biblioteca senza usare la chiave.Ma non tutto andò per il verso giusto.

Mentre stava uscendo di soppiatto dalla biblioteca,sicuro che non vi fosse nessuno,e questo intorno alle 13,ecco che rincasa il maggiordomo e nota le posate uscire dal lembo della tasca oltre che il volto teso e spaventato del M°Arnesi,e qualcosa di incartato che ha in mano.Capisce che c’è qualcosa che non va ed entrato nella biblioteca vede il Conte morto.A quel punto,capendo che dovrà trovarsi un altro lavoro e sapendo che il Conte gli ha lasciato un lascito non certo rilevante(perché era stato uno dei testimoni del testamento depositato presso lo studio del notaio Guidi),sfrutta la situazione e minaccia di dare subito l’allarme in casa(al 2° piano vi erano gli ospiti)se non gli saranno versati 100 milioni.Arnesi accetta.A questo punto Bontà,gli prospetta la situazione impossibile. Dirà che sono ritornati assieme perchè Arnesi è stato richiamato da lui mentre stava vicino al crocicchio;chiude la porta della Biblioteca dal di fuori con la chiave della Sala da Pranzo non prima di aver infilato la chiave originale dell’interno senza girarla:se cadrà,si potrà dire che è caduta al momento dell’abbattimento della porta;inoltre lui fornirà ad Arnesi l’alibi sparando a salve  con una pistola,una Calibro 9 Para-Bellum,di proprietà del Conte e riposta in un cassetto nella sua stanza da letto(dove l’abbiamo effettivamente trovata)alle ore 14,50 quando da tempo anche Arnesi ha raggiunto gli altri ospiti al piano di sopra.Sarebbe stato un delitto perfetto,se il M° Arnesi.. non avesse sbagliato tempia.Del resto il fatto che un presunto suicida si fosse suicidato impugnando la pistola con la mano sinistra e sparandosi alla tempia destra, non avrebbe avuto senso; e del resto lo sbaglio di tempia,prova che il M° Arnesi,che non era della cerchia di Ardigò,fosse all’oscuro del fatto che egli fosse mancino,cosa che invece sapevano tutti gli altri 3 ed il maggiordomo.Ecco la prova incriminante.Ma anche se avesse sparato alla tempia giusta del conte, noi comunque avremmo scoperto trattarsi di omicidio scoprendo che il conte prima di essere ucciso era stato addormentato cioè ucciso col GARDENALE.Quale defunto riuscirebbe ad uccidersi con una pistola già da defunto?Non uno ma due errori ha compiuto ARNESI,errori non preventivati:sembrerebbe che il Fato si sia accanito su di lui!