-Su una tartina! -E vero. Era l’unica cosa che abbiamo visto avesse mangiato oltre i panzerottini, esclamò il Commissario.

-Ecco perché non si trovavano stecchini!

-E perché non si trovavano olive.

Epilogo

 ;;;

Due anni dopo stavo parlando con Giovanna, un luglio piuttosto fresco, dopo una notte abbastanza movimentata con lei (non so se ci spieghiamo...) ora che c’eravamo sposati, ed ecco ad un bar, seduti ad un tavolino a sorseggiare un Bertinotti, ecco che proprio davanti a noi, passò il commissario.

-Buongiorno commissario.

-Buongiorno. Ci conosciamo?

-Non si ricorda, due anni fa, quell’avvelenamento ad una presentazione di un romanzo. Allora?

-Allora cosa?

-Si ricorda? Allora? Non si ricorda che deve qualcosa a me per... e non ho detto nulla. Due anni fa...

-Vero, vero. Un aiutino me lo fornì, è vero. Trascurabile, ma...cosa vuol sapere?

-Il movente.

-Perché non lo sa? Ne hanno parlato tanto i giornali.

-Sono statoall’estero.

-Presto detto: un licenziamento, senza giusta causa. Prendendo a prestito una situazione che non c’era, un disastro economico che invece era il contrario. Dal licenziamento erano derivate tante cose: non era stato potuto più pagare il mutuo, e quindi aveva perso la casa. E la moglie, malata di cancro, era morta.

-La moglie di chi?

-Di Maria.

-Di chi?

-Di Maria: era stata Mario, un tempo. Ma non si era operato.

-Un transessuale?

-Già. Avrebbe ingannato chiunque: con quelle gambe, con quel modo di parlare e atteggiarsi. Certo che la clientela non gli mancava... Aveva acquisito un’altra identità e un’altra figura, pur di giungere a vendicarsi.

Rimasi a bocca aperta. Ecco perché qualcosa in quel viso mi aveva lasciato interdetto: gli zigomi!

E pensare che mi aveva fatto pure la corte...

Giovanna rideva.