Quando era preoccupato, Rex diventava un po’ brusco; evidentemente la sua fidanzata conosceva già questo lato del suo carattere, perché accettò il suggerimento senza fare altre domande.– Questa mattina sono davvero intrattabile – iniziò Rex quando le regazze se ne furono andate – e se Dora non avesse il miglior carattere del mondo, mi avrebbe già lasciato. Ma, Jimmy, io sono molto spaventato! Vorrei poterti raccontare tutto!– Di Kupie? – chiese l’amico con calma.

– Sì… e anche dell’altro. Sono stato un pazzo, ma forse no… Se pensassi di avere agito da folle, non ti chiederei consiglio. Ma non posso parlare con te senza rompere una promessa.

Rex Walton era insieme forte e debole. La sua semplicità era proverbiale e il suo coraggio gli aveva fatto guadagnare il grado di colonnello durante la guerra; sul suo ampio petto non c’era quasi più spazio per le tante medaglie che si era meritato. Unico figlio maschio di un magnate dell’acciaio, aveva ereditato una fortuna che si aggirava intorno al milione di sterline ma Jimmy sapeva bene che era proprio questa sua ricchezza la causa principale delle sue preoccupazioni. Aveva ereditato la fortuna del padre, ma non la sua abilità negli affari. Era il bersaglio di ogni truffatore e di tutti quelli che avevano bisogno di un prestito. Qualsiasi farabutto poteva conquistarsi la sua simpatia e chiunque avesse fatto la guerra, da lui otteneva dei prestiti.

– Hai avuto un’altra lettera? – chiese Jimmy.

Per tutta risposta, Rex tirò fuori dalla tasca della giacca un foglio grigio.

– Questa mattina – disse conciso.

Jimmy annusò la carta: aveva l’odore caratteristico di tutte le lettere di Kupie e non portava né data né indirizzo.

 

Se sposerai Dora Coleman, ti ridurrò in povertà. Anche se pensi che le tue ricchezze siano al sicuro, non potrai far nulla per impedirmi di portartele via. Questo è il mio ultimo avvertimento.

 

Jimmy restituì la lettera a Rex.

– Non ha detto nulla a proposito di Dora… nessun accenno al passato? – chiese.

– No. Cosa ne pensi?

– Maledizione! – esclamò Jimmy disgustato. – Come potrebbero arrivare ai tuoi soldi?

– Rex si agitò nervosamente sulla panchina.

– È già arrivato ai soldi di Pelmar – disse. – Ho parlato con… con uno che sa molte cose su questo mascalzone e che considera la cosa più grave di come la consideri tu.

– Chi è? – chiese il detective, incuriosito.

– Non sarebbe giusto se te lo dicessi… in effetti, ho promesso che non avrei parlato con nessuno a questo proposito. Mi ha avvisato… – si interruppe.

– È una persona importante… un ufficiale?

– Sì, è un pezzo grosso di Scotland Yard.

Jimmy fischiò e l’altro proseguì.

– Avrei voluto parlare con te, ma ho incontrato questa persona in circostanze particolari. Non era molto contento di parlare di Kupie perché anche lui si sente minacciato.

– Ma chi è? – ripeté Jimmy, ma Rex rimase ostinatamente in silenzio.

– Non far caso alla lettera – disse Jimmy. – Dev’essere circa la decima che ricevi da quando è stato annunciato il tuo fidanzamento, vero? Kupie è intelligente, ma non è infallibile. Ci sono delle cose che non potrà mai fare. Dora lo sa?

Lui annuì.

– Lei la pensa come te, ma qualche volta si lascia prendere dalla paura, e questo mi preoccupa. Jimmy, perché la polizia non riesce a prendere quel porco?

Jimmy non rispose per un attimo e poi: – Darei un mucchio di soldi per sapere chi è quell’ufficiale che ti ha detto di prendere Kupie seriamente – disse.

 

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