Il suo freddo pianto di Giancarlo De Cataldo, Einaudi Stile Libero Big 2021.

Torna per la terza volta il pubblico ministero Manrico Spinori o, per essere più precisi, Manrico Leopoldo Costante Severo Fruttuoso Spinori della Rocca dei conti di Albis e Santa Gioconda. Il “contino”. Assillato dalla madre contessa Elena sofferente di ludopatia che ha dilapidato tutto il patrimonio di famiglia, compreso il palazzo Van Winckel in via Giulia in cui abitano, concesso solo in usufrutto.

Andiamo al sodo con il classico passato che ritorna a portare scompiglio nella sua vita. Ovvero l’uccisione, avvenuta dieci anni prima, della transessuale Veronica nell’appartamento in cui viveva e riceveva altolocati clienti. Tra i quali fu accusato uno degli assidui frequentatori, il colonnello Ridoré che pose fine alla sua vita. Proprio Manrico chiuse la pratica, ma oggi ecco le confessioni di un pentito a rimettere tutto in discussione.

Intanto l’omicidio di Valentina viene collegato alla morte per overdose di un’altra ragazza, Betty, entrambe trovate da due poliziotti. E quando uno di questi promette rivelazioni interessanti sul caso verrà investito da un automobilista pirata, mentre l’altro sembra nascondere qualcosa e dovrà essere controllato.

Il caso è complesso e Manrico, che si tormenta dell’errore “Perché se un innocente si è ammazzato per colpa di un’indagine poco approfondita, io mi sento responsabile”, ha bisogno dell’apporto di tutta la sua squadra femminile, la squadra delle Walkirie: Brunella sempre “alle prese con amori sfortunati.”; Gavina Orru “la maga della rete” e Deborah Cianchetti “un metro e ottanta di tatuaggi e sovranismo.” Insieme a tutti gli altri e, all’occorrenza, con l’aiuto dell’informatrice transgender Lediosca che gestisce un gender-club a Centocelle.

Il Nostro ha davvero una vita complicata, soprattutto dal punto di vista sentimentale: il rapporto sfilacciato con la ex moglie Maria Giulia e il figlio Alex, quello con la giovane nuova entrata Valentina Poli e con l’anatomopatologa Stella Dubois a provocargli malinconia e turbamenti diversi. Comunque ora è occupato quasi interamente dal nuovo caso e tutti i mezzi vengono sfruttati: le telecamere, il computer, i tabulati telefonici, e se l’inchiesta sembra girare a vuoto c’è sempre qualche opera lirica di cui è appassionatissimo, come  L’italiana in Algeri di Rossini, a tirarlo su di morale.

Caso difficile, dicevo, anche perché entrano in gioco certe pericolose connivenze politico-mafiose, e poi la stampa e la televisione a creare scompiglio. Insieme ad altri fatti (i telefoni dei poliziotti infettati), e ad altri personaggi (vedi, per esempio, la figlia dell’ucciso). Ma il “contino” non demorde e “non si sarebbe fermato davanti a niente”, come sa bene il procuratore capo Gaspare Melchiorre che lo conosce da tempo.

C’è tutto e di più in questa storia oltre al fatto criminale in se stesso: Roma con le sue bellezze. i suoi problemi e la sua stuzzicante cucina; personaggi particolari dotati del simpatico dialetto a far sorridere insieme a momenti di pathos e di malinconia; qualche salto sul letto ma solo accennato senza cadere nella volgarità.

E c’è l’autore che profonde lungo la storia tutta la sua tangibile esperienza di magistrato.