Gli appassionati di Sherlock Holmes la conosco per aver dato vita ad una saga apocrifa che vede l’investigatore di Baker Street affiancato dalla giovane allieva Mary Russell. Tuttavia Laurie R. King è conosciuta in tutto il mondo come una delle autrici di gialli più prolifiche e di maggior successo, con all’attivo oltre una trentina di romanzi. Per Fanucci Time Crime è uscito L’Uomo delle Verità, primo dei due libri che compongono la saga con protagonisti Harry Stuyvesant e Bennett Grey.

Americano il primo e inglese il secondo, Stuyvesant è un agente federale della neonata FBI di J Edgar Hoover, Bennett Grey è un reduce della prima guerra mondiale, i cui orrori lo hanno segnato non solo nel fisico ma anche nella mente. Sopravvissuto miracolosamente allo scoppio di una granata, Grey ha sviluppato delle capacità cognitive sorprendenti, con le quali è in grado di intuire i pensieri di chi gli sta attorno, cogliendo quella che lui stesso definisce come una “dissonanza”. Una capacità ai limiti del paranormale ma che, in realtà, potrebbe essere vista come una dote non troppo dissimile da quella di cui è dotato un altro personaggio caro alla King, Sherlock Holmes, sebbene con presupposti e conseguenze totalmente differenti.

Il romanzo, ambientato nell’Inghilterra degli anni ’20, segue le vicende dei due protagonisti impegnati nel dare la caccia ad un misterioso terrorista che, dopo una serie di violenti attentati negli Stati Uniti, intende piazzare una bomba nel cuore di Londra e dare così l’avvio ad un vero e proprio scontro tra minatori e padroni, fomentando le tensioni che in quel periodo produssero una frattura nel tessuto sociale del Regno Unito. Sullo sfondo, la nascita in Europa dei regimi totalitari in Germania e Italia e lo spettro di un nuovo conflitto mondiale, una macchia scura su un orizzonte incerto.

La scrittura della King, è bene sottolinearlo, richiede pazienza e attenzione, soprattutto per chi è abituato a letture veloci e trame ad effetto. Lo scopo dell’autrice americana (ma naturalizzata argentina) non è quello di mettere in scena un’avventura moderna, ma piuttosto quello di ripercorrere i sentieri più classici delle spy story, quelli in cui le minuziose descrizioni dei personaggi e degli ambienti e lo sviluppo delle sotto-trame hanno lo scopo di definire un’ambientazione il più fedele possibile alla realtà storica.

Il romanzo è in effetti un grande affresco dell’Inghilterra dei primi del ‘900, con le classi sociali più abbienti impegnate a preservare i propri privilegi, minacciati dai neonati movimenti operai e proletari sorti grazie alle idee socialiste (all’epoca si sarebbe detto bolsceviche) che avevano rapidamente fatto breccia all’alba del nuovo secolo in un Regno Unito impegnato a leccarsi le ferite del Primo conflitto mondiale, mentre gli Stati Uniti erano impegnati a sviluppare la loro sfera di influenza.

Puntando anche su queste dinamiche sociali e politiche, il libro della King non è solo un giallo appassionante, da leggere standosene comodamente seduti accanto al fuoco mentre l’Inghilterra degli anni ’20 prende vita, ma anche un intenso romanzo storico che la scrittrice contamina sapientemente con un certo grado di mistero. Un mix convincente capace di attirare i lettori appassionati di generi differenti, ma tutti accomunati dal desiderio di abbandonare per qualche ora il presente e rifugiarsi in un passato affascinante, raccontato con uno stile elegante e dinamico, ricco di suggestioni e colpi di scena.

L’Uomo della Verità di Laurie R. King, Time Crime Fanucci, 504 pagine, brossura, Euro 18,00 – Traduzione di Marco Rossari