Sherlock Holmes- Assassinio a Cloverwood House di Daniel D. Victor, Mondadori 2022.
24 agosto 1895. Un giorno davvero particolare perché al 221B di Baker Street arriva un secondo Holmes! Ovvero un uomo di “una somiglianza sconcertante, sia per l’età che per l’aspetto” al vero Sherlock. In realtà si tratta dell’attore americano William Gillette (si era conosciuto con Holmes nel ’79 a New York) che desidera scrivere una pièce teatrale sul celebre investigatore, cercando di monitorare ogni atteggiamento del suo modo di esibirsi durante una indagine. Proprio per questo chiede di seguire il caso dell’inventore Bruce Partington, amico indiretto della sua famiglia, sotto costante pericolo da parte di certe persone “disposte a non fermarsi davanti a niente pur di rubare le sue idee”. E, quasi un presagio, il timore si avvera. Bruce verrà ucciso nella sua residenza di Cloverwooh House ad Hampstead con un colpo alla schiena e uno al collo.
L’indagine ha inizio con il nostro trio e la partecipazione del giovane ispettore Stanley Hopkins. Sul luogo del delitto una pipa in radica dal bocchino dritto, un solo fiammifero spento, tracce di tabacco bruciacchiato e un capello nella zona circostante che potrebbero risultare importanti. Di mezzo un nipote ribelle scansafatiche e ubriaco come Reginald Baxter e la bella moglie Jane di cui si innamora Bruce che vuole aiutarla in tutti i modi, anche impelagandosi negli affari con certi emissari del governo tedesco come Hugo Oberstein e Josiah Street. Per farla breve non mancheranno sospettati e fermati con Hopkins troppo sicuro del fatto suo, non mancheranno sedute spiritiche (il secondo capitolo si intitola proprio Gli spiritisti in contrapposizione con I materialisti del primo) dove vengono fuori certe notizie collegate all’omicidio, alle quali parteciperanno travestiti sia William che Sherlock, per tirar fuori qualche indizio utile all’indagine. E se si tratta di spiritismo non poteva mancare, come personaggio, lo scrittore Arthur Conan Doyle “assiduo frequentatore di sedute spiritiche”!
Tutto gira intorno a qualche invenzione segreta (congegni meccanici, automi e progetti navali) che Bruce già aveva ideato o stava portando a termine e che attira l’attenzione di potenze straniere fra cui anche il governo inglese nella persona di Mycroft Holmes. Tra spie e spiritisti fraudolenti.
Classico colpo, anzi colpone di scena finale e successo strepitoso dell’opera teatrale “Sherlock Holmes” con la grande esibizione di Gillette.
Per saperne di più sull’autore e cogliere qualche spunto sul libro abbiamo Entrano in scena William Gillette e Arthur Conan Doyle di Luigi Pachì.
Infine per I racconti di Sherlock da leggere, sempre scelto da Luigi Pachì, C’è un cadavere al 221B (La seconda morte di Sherlock Holmes) di Samuele Nava.
Siamo alla fine di ottobre del 1903 e nel salotto del 221B i nostri eroi trovano proprio una bella sorpresa, ovvero un “uomo ferito a morte disteso sul tappeto di pelle d’orso.” Dopo che un improvviso, falso telegramma li aveva portati fuori città. Trattasi, come farà sapere l’ispettore Lestrade, di Lord Berlington di South Side venuto a parlare con Sherlock per una “questione di vita o di morte” secondo il racconto della signora Hudson. Che lo ha trovato cadavere dopo essersi affacciata sul portone d’ingresso per un urlo di una donna provenire dalla strada.
Aggiungo soltanto qualche osservazione su un racconto ottimamente costruito: un’arma del tutto particolare (riecheggia qualcosa di già conosciuto), l’assassino probabilmente ha letto un racconto di Watson, chi doveva essere la vera vittima?, una lettera anonima al “Cronicle” come fumo negli occhi, la bella moglie dell’ucciso che invaghisce Watson, il figlio Henry che combina guai, Holmes che appare e scompare, il duello finale e…
Basta, buona lettura!
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