Il silenzio della Bassa di Massimo Fagnoni, Noir Italia 2023.

Cinquantasette anni malandati, gambe corte e muscolose, spalle larghe, stomaco prominente, viso tondo con occhi grandi e marroni, capelli bianchi e baffi sempre più folti quasi biondi, grande nuotatore tormentato da un vecchio ricordo di quando era poliziotto. Ecco in poche parole l’investigatore privato Galeazzo Trebbi che si troverà a lavorare, dietro compenso dellacarrieristica conduttrice televisiva di TV Emilia Futura Fiorella Benedetti, tutta presa ad alzare gli indici di ascolto, sulla scomparsa della diciassettenne Celeste Maccaferri, figlia di una famiglia borghese in crisi economica nel villaggio Airone a pochi passi da Bentivoglio. 

Un’indagine privata nell’autunno 2011 parallela a quella della “sezione persone scomparse” della polizia di Stato guidata dal commissario Riccardo Guerra e la sua squadra composta da tre sovrintendenti, cinque agenti e una psicologa. 

Come già scritto in altre recensioni, quando abbiamo un discreto numero di investigatori ufficiali o meno, che si occupano di un caso, ci troveremo di fronte ad un aggrovigliato miscuglio di vite, caratteri, sensazioni ed emozioni diverse che si mischiano con l’andamento delle operazioni in corso. Basti pensare alla situazione personale di Galeazzo Trebbi che ha perso la moglie Nilde morta prematura e deve accudire la figlia Greta di venticinque anni con grave handicap. O allo stesso Riccardo Guerra preso dai mesti ricordi del suo matrimonio fallito, confortato almeno dall’amore della figlia Bianca. E così per tutti gli altri con i loro sogni, angosce, paure o rabbiacome il sovrintendente Remo Albertini che odia i colleghi, la pioggia e Bologna stessa. 

In concomitanza, dicevo, l’indagine per ritrovare Celeste. Subito da seguire tre piste attraverso anche la scoperta del suo diario segreto e la visione del suo computer: ovvero le sette sataniche di periferia, il parroco del villaggio e un giovane nordafricano. Da tenere presente anche la nuova amicizia con una ragazza completamente diversa, dedita al fumo e alle sostanze stupefacenti. Partendo dall’incontro con la famiglia che presenta diversi problemi. 

Lo scrittore metterà a fuoco il mondo falso e ipocrita della televisione tutta tesa ad attirare l’attenzione morbosa degli spettatori, con l’intervento del solito criminologo che sguazza nelle tragedie insieme alla psicologa e alla psicanalista di turno. E poi getterà uno sguardo sulla disgregazione della famiglia, sulla crisi adolescenziale e su quella parte della società pronta a vomitare contro i negri, gli “altri” e idiversi. Avremo una indagine difficile, parallela, non priva di pericoli, di scontri e di mortecondotta attraverso due “sistemi”: quello personale, istintivo di Galeazzo e quello più scientifico di Guerra e dei suoi collaboratori. 

C’è tutto e di più in questo universo composito e umano dentro una Bologna delineata con cura, dove non mancano citazioni di film, attori, canzoni e cantanti, scrittori e perfino filosofi come Epicuro. Ma che fine ha fatto Celeste?…

La soluzione potrà apparire, secondo i gusti di ciascun lettore, egregiamente strutturata e credibile, o esageratamente complicata e poco credibile.

Buona lettura.