Tra le novità editoriali di questa estate per gli appassionati di Sherlock Holmes voglio segnalare il libro edito da Edizioni Mediterranee dal titolo Bartitsu. L'Arte Marziale di Sherlock Holmes di Edward William Barton-Wright (15 euro, 150 pagg.). Un manuale unico nel suo genere, ricco di illustrazioni, che insegna a difendersi utilizzando un cappotto, un bastone o un ombrello, o anche brandendo la bicicletta contro un malintenzionato.

Quando Sherlock Holmes lottò con il professor Moriarty riuscì per miracolo a salvarsi grazie alla sua certa conoscenza di un sistema di autodifesa molto in voga nella Gran Bretagna vittoriana.

In quell’epoca camminare per le vie cittadine e di campagna era piuttosto rischioso, si diffuse così un notevole interesse per la difesa personale che non sfuggì all’attenzione di sir Arthur Conan Doyle.

Nacquero scuole di autodifesa in tutta Londra, tra le quali quella del Bartitsu di E.W. Barton-Wright. Il principio chiave di questo metodo era sbilanciare l’avversario e bloccarlo manipolando le sue articolazioni. Anche l’uso del bastone da passeggio consentiva di avere la meglio su un aggressore.

Sherlock Holmes fa riferimento all’uso del bartitsu (chiamato erroneamente “baritsu” da Arthur Conan Doyle) nel racconto L’avventura della casa vuota (The Adventure of the Empty House), pubblicato nel 1903 e parte della raccolta Il ritorno di Sherlock Holmes. In questo racconto, Holmes riappare a Londra dopo essere stato creduto morto per tre anni. Nella storia precedente, L’ultima avventura (The Final Problem), pubblicata nel 1893, Holmes e il suo arcinemico professor Moriarty si affrontano alle cascate di Reichenbach in Svizzera, e sembrano entrambi perire nella caduta.

Autore

Edward William Barton-Wright (1860-1951), ingegnere britannico, negli anni Novanta dell'Ottocento studiò 3udo e Jujutsu in Giappone, dove si trovava per lavoro. Tornato in Inghilterra, fondò una scuola che insegnava una forma ibrida di autodifesa orientale ed europea che chiamò Bartitsu.