Già l’aggettivo “atipico” mi ha solluccherato dandomi l’idea di qualcosa di particolare, di diverso, di non scontato. E anche di familiare. Come la mia piccola libreria dove tutto è atipico. Nel senso che trovi il trattato di scacchi accanto alla “Guerra gallica” di Cesare, Agatha Christie a braccetto con Cicerone o Marlowe insieme a Cappuccetto Rosso (qui ho esagerato apposta per dare maggiore risalto alla turpe promiscuità).

E dunque con il Dizionario atipico del giallo 2009 di Maurizio Testa, Cooper 2009, amore a prima vista.

Un Dizionario dalla a alla z, dove ci si trova di tutto e di più (anche di meno a seconda dei gusti): le varie sfaccettature del giallo, personaggi, pellicole cinematografiche, dvd, programmi televisivi anch’essi colorati con una bella tinta squillante. E interviste. Appena le ho incontrate mi è venuto un colpo (si fa per dire). Le interviste mi mettono sempre un po’ in apprensione. Per quello che chiedono gli intervistatori e per quello che rispondono gli intervistati. Spesso tutti macerati e sdilinquiti per il proprio lavoro e per i propri figli (leggi libri). Roba da far venire il famoso latte ai ginocchi. Fortuna che qui le interviste sono brevi e le risposte intelligenti (leggi prive di appiccicoso autocompiacimento). E ci sono pure quelle (finalmente) ai traduttori che ci fanno scoprire un mondo tutto ancora da scoprire.

Tanti personaggi, tanti autori, tante autrici. Tante belle storie. Tanta proficua documentazione. Naturalmente si può non essere d’accordo su quel giudizio, sul perché di quella scelta o di quella mancanza ma proprio qui sta il bello. Nel taglio volutamente personale e a volte spiazzante. Nella assoluta sincerità. Al diavolo il buonismo. Se una cosa non piace non piace. Si tratti pure di un autore già affermato. Morto o vivo che sia.

Prosa agile, fresca, accattivante priva di quegli orpelli letterari che fanno diventare pesante anche la storia più leggera.

Un bel Dizionario ricco di spunti e di sorprese. Effervescente. Da leggere, lodare e criticare. Un Dizionario fuori dai canoni tradizionali. Atipico, insomma. Buono (e pure anche ottimo) per gli atipici come il sottoscritto. Un po’ meno (forse) per tutti gli altri.

 

Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it